
Pane carasau


Ingredienti:
- 1 kg. di farina di semola di grano duro
- Farina
- 500 ml. di acqua
- Acqua
- 15 gr. di lievito di birra
- Lievito di birra
- 10 gr. di sale
- Sale
Che fosse preparato con pregiata farina di grano duro nelle famiglie agiate o con farina d’orzo nelle case più umili, una cosa è certa, il pane carasau ha da sempre unito tutti i palati, diventando un punto fermo nella cultura gastronomica sarda. Eppure gli ingredienti del pane carasau sono pochi e molto semplici. Avete mai pensato di provare a prepararlo in casa? Non è difficile: come accade spesso per le migliori specialità della tradizione, anche per il pane carasau il segreto sta nei metodi di preparazione. La doppia cottura in forno è ciò che genera quella speciale fragranza e quella particolare leggerezza, qualità che gli hanno fatto meritare l’appellativo di “carta da musica”.
Impossibile gustare il pane carasau senza far rumore, e magari ondeggiando con il capo, come quando si approva una “squisita” melodia! Vediamo la ricetta originale.
Disponete la farina a fontana sul piano di lavoro: versatevi quindi, unendola poco alla volta, l'acqua in cui avete sciolto il sale e poi anche il lievito sciolto. A questo punto iniziate ad impastare energicamente, fino a ottenere un composto senza grumi e dalla consistenza morbida.
Dividete quindi l’impasto in diversi panetti, più o meno tutti di uguale grandezza. Copriteli con un panno pulito e lasciateli lievitare per almeno 3 ore in un ambiente privo di spifferi e correnti d’aria fredda.
Dopo questa fase, riprendete i panetti ormai lievitati e stirateli bene uno alla volta sul piano di lavoro, in modo da formare delle sfoglie grandi e sottilissime (circa 3 millimetri di spessore), che andrete a sistemare a turno su una teglia precedentemente infarinata con un po' di semola di grano duro.
A questo punto mettete una prima sfoglia in forno già caldo per pochissimi secondi, o almeno finché la pasta non si gonfierà formando un palloncino. Infilzate allora questo rigonfiamento con un coltellino affilato e tagliatelo il più precisamente possibile, in modo da ricavare due sfoglie.
Seguite questo procedimento per ciascun panetto e, quando avrete finito, rimettete in forno tutte le sfoglie ottenute per alcuni minuti, giusto il tempo necessario a farle asciugare e renderle croccanti.
Il vostro tradizionale pane sardo è pronto da servire!
La prima, che va realizzata impostando la temperatura del forno al massimo (o quasi al massimo) per una manciata di secondi o poco più di un minuto, è necessaria per causare il rigonfiamento del disco. La seconda fase va invece realizzata a 180°C per circa 7-8 minuti, finché il pane non risulterà sufficientemente asciutto. Questa doppia cottura, oltre a rendere il pane squisito e a conferirgli quella croccantezza che è il suo tratto distintivo, ne permette anche una più lunga conservazione.
Se condite la fetta di pane carasau con dell’olio e un pizzico di sale e la grigliate per qualche istante, otterrete il famoso pane “guttiau”, che in dialetto lugudorese significa appunto “gocciolato” o “asperso”.
Fra le varie ricette con il pane carasau, vi consigliamo in particolare le lasagne! Basta sostituire le classiche sfoglie di pasta fresca con il tradizionale pane sardo per ottenere delle lasagne gustosissime che non hanno nulla da invidiare alla versione tradizionale.
Come le lasagne classiche, anche le lasagne con pane casarau si possono preparare in tanti modi diversi, ovvero utilizzando gli ingredienti che si preferiscono (sia in bianco che con il sugo, con verdure o formaggi di vario genere, etc.).
Cliccando qui potete leggere una ricetta proposta da Gustissimo da cui trarre ispirazione!
Le ricette sarde proposte da Gustissimo:
Ricette sarde

Per una terra circondata dal mare, ricca di lagune e non priva di rilievi, è quasi scontato parlare di ricchezza e varietà alimentare: agricoltura, pastorizia e pesca si suddividono l’isola, offrendo pietanze tanto deliziose quanto semplici, che variano da provincia a provincia, a seconda degli ingredienti locali, dei metodi di preparazione, e perché no, del dialetto. Proprio dal dialetto vogliamo prendere le mosse per introdurre questa sezione dedicata alle ricette sarde.

Carciofi e bottarga

È un connubio molto apprezzato per la particolare associazione dei due sapori. Sarà per questo che carciofi e bottarga tornano spesso nel ricettario sardo, sotto forma di antipasto, insalata, sughetto per primi e salsina per secondi di pesce. Qui Gustissimo vi propone una ricetta semplicissima, da consumare come prelibato contorno o sfizioso antipasto.

Culunzones de casu

In Sardegna i ravioli si chiamano culunzones o culurgiones. La loro preparazione si tramanda di generazione in generazione, lo sanno bene le donne della Gallura, che dalle loro nonne e mamme hanno ereditato tecniche e segreti per realizzare questi graziosi bocconcini di pasta con ripieno di formaggio fresco sardo, spinaci e zafferano. Provate anche voi, seguendo la ricetta proposta da Gustissimo.

Malloreddus con pomodoro e salsiccia

Un classico della cucina sarda, specialmente nel Campidano. I malloreddus, “torelli” in dialetto, sono i famosi gnocchetti sardi che per la loro forma panciuta (come fossero appunto piccoli tori) e superficie rigata, si prestano bene ai sughetti corposi. Salsiccia e polpa di pomodoro rendono questo primo davvero appetitoso. Se poi aggiungete una spolverata di pecorino sardo, capirete perché questa ricetta in Sardegna compare spesso nelle occasioni importanti, gastronomicamente parlando!

Lasagne carasau

Chi ha detto che il pane carasau va consumato solo per accompagnamento? Ecco una ricetta che vi conquisterà già solo all’idea: lasagne al pane carasau per gli estimatori della pasta al forno! In Sardegna le lasagne si preparano anche così. Provate pure voi con Gustissimo!

Coietas di manzo

Nel dialetto sardo la parola “coieta” significa “quaglia”. Sarà proprio per la somiglianza con questi piccoli uccelletti che nel ricettario sardo i deliziosi involtini di carne assumono lo stesso nome! Le coietas si preparano con carne di manzo, lardo e aglio, tuttavia, non mancano varianti al prosciutto crudo e carne di vitello. Seguite la ricetta di Gustissimo e scegliete voi la versione che più vi aggrada.

Tonno all'algherese

Ecco una ricetta semplice e gustosa per esaltare il sapore intenso del tonno appena pescato! Ci sono mille modi in Sardegna per cucinare il tonno. Ad Alghero basta unire cipolla, sedano, olive e vino bianco per condire degnamente questo appetitoso secondo di pesce.

Triglie alla Vernaccia di Oristano

Le triglie alla Vernaccia sono un secondo di pesce particolarmente apprezzato in Sardegna. Il sapore, già di per sé prelibato e pregiato delle triglie di scoglio, viene esaltato dal delizioso Vernaccia, vino DOC dal colore dorato, prodotto ad Oristano. Dal ricettario cagliaritano invece deriva l’abitudine di condire questi pesci con pangrattato e scorza di limone.

Candelaus

Avete presente quelle invitanti sculture caramellate che raffigurano scarpette, animaletti di tutti i tipi, fiori o cestini? In dialetto si chiamano candelaus e sono una specialità dolciaria sarda a base di mandorle, dedicata a Nostra Signora della Candelora. Le raffinate decorazioni dei candelaus sono spesso banco di prova per i più artisti dei pasticceri sardi. Al loro delizioso sapore si aggiunge così anche il piacere della preparazione artigianale.

Pirichittus de bentu

Ogni anno, il 24 luglio, Quartu Sant’Elena festeggia San Giovanni Battista con i pirichittus, curiosi dolcetti a base di farina, uova, zucchero e glassa di limone o arance. La loro forma a pera spiega la denominazione. La particolare cottura in forno inoltre permette un rigonfiamento che genera, a sua volta, quel caratteristico vuoto interno. Ecco perché pirichittus “de bentu”, appunto leggeri come un soffio di vento!

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30 - 60 Minuti - Al forno - Difficoltà Media - Light - Preparazione Base - Sardegna - Vegetariano
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