Cotolette alla palermitana
Ingredienti:
- 1 ciuffetto di prezzemolo
- Prezzemolo
- Origano q.b.
- Origano
- 1 spicchio d’aglio
- Aglio
- 100 g di pangrattato
- Pangrattato
- 500 g di fettine di scamone
- Fettine di scamone
- Olio extravergine d’oliva q.b.
- Olio d'oliva
- Pepe q.b.
- Pepe
- Sale q.b.
- Sale
Si disputa su ingredienti e metodi di cottura, ma a prescindere, in quanto a gusto, le cotolette alla palermitana mettono d’accordo proprio tutti. Pare che la tradizione non prevedesse uova e pecorino, né frittura, ma una semplicissima passata nell’olio e nel pangrattato per poi cuocere arrosto. Non a caso, sono note anche come arrosto palermitano. Ed è questa la versione che vi propone Gustissimo.
Tritate il prezzemolo e l’aglio e uniteli al pangrattato in un piatto piano. Aggiungete pepe nero, un pizzico di sale e origano.
Nel frattempo, lasciate riscaldare una piastra di ghisa (vada anche per una padella antiaderente), mettendo solo un pizzico di sale.
Impanate quindi ogni singola fettina di scamone in modo da coprire bene entrambi i lati.
Adagiate le fettine sulla piastra e lasciate arrostire prima da una parte e poi dall’altra.
Basteranno pochi minuti per lato, dipende dal grado di cottura che preferite.
Attenti alla quantità di sale: visto che ne versate un po’ sul fondo della piastra (o padella), non abbondate nell’impanatura.
Se per caso, data la nostra premessa, vi incuriosisce anche la versione con uova e pecorino, basterà aggiungere all’impanatura circa 50 gr. di formaggio (a questo punto è d’obbligo quello siciliano!) e bagnare le fettine nelle uova (è sufficiente sbatterne 2) anziché nell’olio, per poi procedere come descritto.
E per restare sempre in terra sicula, provate a spremere qualche goccia di limone sulle cotolette cotte: l’impanatura risulterà ancora più morbida e piacevole.
Se siete indecisi sul contorno da abbinare, Gustissimo vi consiglia fagiolini e pomodori.
Ancora un’altra idea da non sottovalutare: le cotolette alla palermitana sono buonissime da gustare anche fredde, ecco perché i siciliani le preparano per farcire i loro panini quando pranzano al sacco.
Le ricette siciliane:
Ricette siciliane
Parlare di ricette siciliane vuol dire inevitabilmente incontrare storia, usanze, abitudini e persino credenze religiose. Insieme alle pietanze più famose, ne troverete altre, magari meno note al di fuori dell’isola, ma altrettanto gustose e protette dalla tradizione.
Consommé di carne
Un brodo raffinato, un concentrato di sapori, limpido e denso. Il consommé di carne è una prelibatezza lasciata in eredità dai francesi nel ricco ricettario siciliano. Veniva preparato durante cene o pranzi importanti, per accompagnare altre pietanze. Molto apprezzato ancora oggi, si può gustare anche come piatto unico, immergendo, ad esempio, qualche crostino di pane.
Spaghetti con mollica
In passato bastava veramente poco per essere felici a tavola. In mancanza di altri ingredienti, le donne siciliane si improvvisavano chef geniali con quel poco di cui disponevano. Così nascevano piatti squisiti e sfiziosi. Gli spaghetti “c’a muddica” (briciole di pane) ne sono una prova. Un primo gustoso e semplice da preparare, che ancora oggi rimane un’ingegnosa soluzione quando, per esempio, arrivano ospiti inaspettati e volete che rimangano a cena. Beh, in tal caso, alla solita frase “facciamo due spaghetti”, aggiungete pure “c’a muddica”!
Stracotto di fave e pasta
Il macco o “maccu” è uno stracotto di fave secche schiacciate (appunto ammaccate) che, insieme alla pasta spezzata, formano una purea densa e gustosa. Rappresenta un piatto antico della cucina siciliana, tradizionalmente definito “cibo dei poveri”, ma ricchissimo dal punto di vista nutrizionale per l’apporto di proteine vegetali e carboidrati, essenziali per l’alimentazione dei contadini. La tradizione lega questo piatto alla festività di San Giuseppe.
Falsomagro
Di sicura ispirazione francese, il falsomagro è una delle pietanze più apprezzate della cucina siciliana. Dalle tavole aristocratiche palermitane, si è diffuso via via in tutta l’isola, scatenando la fantasia dei cuochi in quanto a farcitura. Non solo ogni provincia, ma addirittura ogni famiglia della stessa città, custodisce gelosamente la sua versione di falsomagro. Il risultato in ogni caso è garantito: una bomba gastronomica alla quale, di tanto in tanto, bisogna pur cedere!
Impanata con i lolli
Dal mondo arabo, o forse spagnolo, la Sicilia ha ereditato un piatto davvero unico. L’impanata è una sorta di torta salata coperta, con un ripieno ricco di carne o pesce e verdure, a seconda delle varie tradizioni locali. Qui vi proponiamo la versione con i lolli, tipica del siracusano. È una di quelle pietanze che riesce a riunire intere famiglie in piacevoli momenti conviviali. Non a caso è il piatto per eccellenza della vigilia di Natale. La sua preparazione è quasi un rito a cui le donne siciliane si dedicano con autentica passione nel pomeriggio prenatalizio, con il coinvolgimento dell’intera famiglia. Quando è il momento di preparare i lolli (un tipo di pasta fatta in casa), per nonni e nipotini il divertimento è assicurato.
Torrone al sesamo
Chiamatelo “giuggiulena” o “cubbaita” se intendete il torrone al sesamo, perché così è noto in Sicilia. Nella parte orientale giuggiulena sta per sesamo, mentre, in quella occidentale, cubbaita vuol dire mandorlato. E proprio la seconda parola ci rivela l’influsso arabo di questo dolcetto a base di semi di sesamo e mandorle amalgamati con miele e zucchero, in arabo appunto “qubbiat”. Citato anche da grandi scrittori quali Sciascia e Camilleri, il torrone al sesamo è un altro “pezzo forte”, ed è proprio il caso di dirlo, della tradizione natalizia. Va addentato con forza, è vero, ma poi gustato lentamente, lasciando che si sciolga in bocca.
Croccantini al pistacchio di Bronte
Deliziosi, da assaporare lentamente in bocca, fino a completo scioglimento. I croccantini al Pistacchio di Bronte sono tanto buoni quanto semplici da preparare. Un’altra chicca della tradizione pasticcera siciliana capace di stupire anche senza complicate elaborazioni!
Frutta Martorana
Solo a guardarla, è impossibile frenare l’acquolina in bocca. Non c’è pasticceria in Sicilia che non la esponga in vetrina con arte. La frutta Martorana è un dolce realizzato con la pasta di mandorle, o “pasta reale”, deliziosa invenzione araba, degna, per la sua dolcezza e raffinatezza, dei più nobili palati. Venne preparata per la prima volta a Palermo, nel monastero benedettino fondato dalla nobildonna Eloisa Martorana, della quale, sia l’edificio che il dolce, conservano ancora il nome. Le monache realizzavano questi dolcetti nel giorno della commemorazione dei defunti. Erano talmente orgogliose della bellezza e abbondanza dei frutti del loro giardino, da farne artistiche riproduzioni con la pasta reale. Ecco come nasce la frutta Martorana, deliziosa a guardarsi, sublime in bocca. Mettete quindi alla prova la vostra creatività: Gustissimo vi dà la ricetta, voi, aggiungete l’arte!
Scorzette d'arancia candite
Per la serie “nulla va sprecato”, Gustissimo vi presenta una trovata squisita firmata pasticceria siciliana: le scorzette d’arancia candite.
Zuccata candita
Prodotta in grande abbondanza in Sicilia, la zucca rappresenta uno di quegli alimenti il cui impiego non ha limiti. Dalle zuppe ai primi, dai contorni ai dolci, il suo sapore riesce a dare sempre un tocco speciale. Quando in un tegame la zucca incontra cannella e zucchero, nasce la zuccata candita, “cucuzzata ‘ncilippata” in dialetto. Può essere gustata da sola o utilizzata per la decorazione di altri dolci: una cassata siciliana doc, per esempio, non potrebbe farne a meno!
Crispelle di San Martino
Un dolce tipico siciliano, tradizionalmente preparato in occasione della festa di San Martino, l’11 novembre. Conosciute anche come zeppole, le Crispelle (crispeddi o cruspeddi in dialetto) erano, e lo sono ancora, l’accompagnamento ideale per assaggiare il vino novello. Esistono numerose versioni, ora dolci, ora salate, addirittura miste, a seconda della farcitura. Qui vi proponiamo la ricetta base, e, naturalmente, vi suggeriremo anche qualche gustosa variante.
Gelo di melone
Con “muluni” o “miluni” nel dialetto siciliano si intende l’anguria, frutto originario dell’Africa tropicale che ad agosto raggiunge la piena maturazione. Sulla base delle sue note virtù dissetanti, la tradizione palermitana propone un dessert davvero speciale, il gelo di melone. È una sorta di gelatina di polpa di anguria, disseminata di gocce di cioccolato fondente che ne richiamano i semini. Insomma, una delizia celestiale, non a caso associata ai festeggiamenti di Santa Rosalia (patrona di Palermo) nel mese di luglio.
Gelo di limone
Afa estiva, gocce di sudore, caldo soffocante… Come rinfrescarsi? Ve lo suggeriamo noi di Gustissimo: a cucchiaini di gelo di limone.
Frullato di frutta
Non gli ha dato i natali, ma per l’abbondanza e la qualità dei suoi limoni, la Sicilia è tra le migliori produttrici di limoncello. Da una zona all’altra le dosi possono variare, ma gli ingredienti sono sempre gli stessi: alcool, zucchero e ovviamente scorze di limone. In ogni caso, pazienza e meticolosità sono il vero segreto per preparare un ottimo limoncello.
Pasta alla Norma
Piatto tipico della cucina siciliana e simbolo della città di Catania, ogni boccone di pasta alla Norma sprigiona tutto il sapore dei prodotti della Sicilia. Il nome si deve all’opera del compositore catanese Bellini, cui la ricetta è dedicata.
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