Perché i crackers hanno i buchi?

Sottili e fragranti, i cracker hanno un aspetto inconfondibile grazie alla presenza dei loro caratteristici forellini in superficie.
Ma perché mai i cracker hanno questi buchi? Sarà capitato a molti di chiederselo sgranocchiandone uno. Molte persone pensano che si tratti di qualcosa di puramente estetico, una sorta di decorazione appositamente studiata per contraddistinguere i cracker da altri snack salati più o meno dello stesso genere.
Invece no! Questi buchi hanno una funzione precisa. Andate avanti nella lettura per scoprire di cosa si tratta...
A cosa servono
I buchi dei cracker sono anche chiamati “buchi di attracco” (ovvero docking holes), vengono creati nel momento in cui si stende l'impasto e non sono messi lì a caso, ma svolgono un compito essenziale: servono ad evitare che durante la cottura si formino grandi bolle d'aria che farebbero gonfiare il cracker, impedendo all'impasto di restare piatto e sottilissimo come dev'essere. Grazie ai buchi il vapore esce durante la cottura e l'impasto non si gonfia.
In poche parole, senza questi fori i cracker non sarebbero più cracker, ma un'altra cosa (sarebbero probabilmente molto simili a grandi biscotti), perché la sfoglia sottilissima è una caratteristica fondamentale di questo snack.

Oltre a ciò, i forellini servono anche a garantire la croccantezza della sfoglia. Rimanendo sottile, la sfoglia riesce infatti a restare fragrante e croccante. Se si gonfiasse invece risulterebbe molto più morbida.
Posizione e quantità dei buchi
Il modo in cui sono disposti i forellini e la loro quantità va a determinare anche la consistenza finale del cracker.
Avete mai notato che i cracker con tanti forellini ravvicinati sono duri e secchi, mentre quelli con meno buchi più distanti l'uno dall'altro sono un po' più morbidi?
Questo è dovuto al fatto che quando fra un foro e l'altro c'è maggiore distanza, sul cracker si forma qualche bolla, l'impasto si gonfia lievemente e quindi alla fine viene più morbido.
Quando invece ci sono tanti forellini molto vicini fra di loro, esce parecchio vapore e ciò fa indurire l'impasto.
Qualche curiosità sui cracker: quando e dove sono nati?
Ora che sappiamo tutto sulla cottura dei cracker e sul perché dei loro forellini, viene spontaneo chiedersi come sia nato questo ormai famoso biscotto salato. Le sue origini sono piuttosto antiche: si sa che deriva dalla galletta militare e che iniziò ad essere consumato fra i marinai. Già nel 1801, a Boston, un certo Josiah Bent vendeva quelli che possono essere considerati i precursori dei cracker di oggi: biscotti preparati con acqua e farina che i marinai erano soliti portare nei viaggi in nave perché si conservavano bene per lungo tempo.
Il nome cracker deriva dall'inglese “crackling”, che significa “scricchiolio”, in quanto durante la cottura l'impasto faceva un rumore simile appunto ad uno scricchiolio.

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