Perché lo champagne ha le bollicine?
Che festa sarebbe senza un brindisi? Ad esempio a Capodanno, come in altre occasioni speciali, il cin cin con calici di spumante o champagne è un classico, un rituale irrinunciabile.
In effetti le bollicine sono sinonimo di festa: riuscite ad immaginare uno champagne senza bollicine? E, soprattutto, vi siete mai chiesti da dove vengano?
Se abbiamo stuzzicato la vostra curiosità, continuate nella lettura per scoprire perché lo champagne ha le bollicine...
In effetti le bollicine sono sinonimo di festa: riuscite ad immaginare uno champagne senza bollicine? E, soprattutto, vi siete mai chiesti da dove vengano?
Se abbiamo stuzzicato la vostra curiosità, continuate nella lettura per scoprire perché lo champagne ha le bollicine...
Questione di equilibrio chimico: l'anidride carbonica...
Le bollicine dello champagne (così come quelle dello spumante o del prosecco) si formano grazie alla presenza di un gas, il diossido di carbonio, che altro non è che l'anidride carbonica.
L'anidride carbonica si produce a causa dell'azione dei lieviti durante quella che viene chiamata seconda fermentazione, quando la bottiglia è tappata: il gas si imprigiona nella bottiglia, liberando le bollicine, una volta che viene stappata.
Alla base della formazione delle bollicine c'è una legge chiamata legge di Henry: senza entrare troppo nello specifico, possiamo dire che in base a questa legge si crea un perfetto equilibrio fra le molecole di anidride carbonica presenti in forma liquida nello champagne e quelle che ci sono al di sotto del tappo, che non sono disciolte nel liquido come le altre, ma sono sotto forma di vapore.
Nel momento in cui la bottiglia viene stappata, questo perfetto equilibrio viene a rompersi perché la pressione delle molecole di anidride carbonica al di sotto del tappo si abbassa repentinamente e le molecole di anidride carbonica disciolte nel liquido diventano troppe, rispetto a quelle presenti nell'atmosfera al di fuori della bottiglia. Pertanto, per raggiungere un nuovo equilibrio, la gran parte delle molecole di anidride carbonica presenti nel liquido deve disperdersi, formando così le bollicine!!
L'anidride carbonica si produce a causa dell'azione dei lieviti durante quella che viene chiamata seconda fermentazione, quando la bottiglia è tappata: il gas si imprigiona nella bottiglia, liberando le bollicine, una volta che viene stappata.
Alla base della formazione delle bollicine c'è una legge chiamata legge di Henry: senza entrare troppo nello specifico, possiamo dire che in base a questa legge si crea un perfetto equilibrio fra le molecole di anidride carbonica presenti in forma liquida nello champagne e quelle che ci sono al di sotto del tappo, che non sono disciolte nel liquido come le altre, ma sono sotto forma di vapore.
Nel momento in cui la bottiglia viene stappata, questo perfetto equilibrio viene a rompersi perché la pressione delle molecole di anidride carbonica al di sotto del tappo si abbassa repentinamente e le molecole di anidride carbonica disciolte nel liquido diventano troppe, rispetto a quelle presenti nell'atmosfera al di fuori della bottiglia. Pertanto, per raggiungere un nuovo equilibrio, la gran parte delle molecole di anidride carbonica presenti nel liquido deve disperdersi, formando così le bollicine!!
Quante bollicine in una flûte
Sapete quante bollicine devono disperdersi da una classica flûte affinché lo champagne riesca a raggiungere un nuovo equilibrio? Sono davvero tante: più o meno 11 milioni, cioè più degli abitanti di una città come New York!
Chi ha inventato le bollicine
Ora che sappiamo perché lo champagne ha le bollicine, viene spontaneo chiedersi a chi sia da attribuire questa fantastica invenzione. Sembra che già gli antichi Romani avessero scoperto alcune tecniche per la produzione di spumanti.
Tuttavia, la tecnica che porta alla formazione delle bollicine viene messa a punto, com'è facile immaginare, in Francia, parecchio tempo dopo i Romani.
Circa trecento anni fa, è stato infatti un monaco francese benedettino, Pierre Pérignon (dal quale viene ovviamente il nome del famoso marchio francese di champagne) ad ideare la procedura della seconda fermentazione nella bottiglia di vetro, quella dalla quale si originano appunto le bollicine.
Ecco un'altra curiosità legata, più che allo champagne, ai brindisi in genere: sapete da dove deriva il classico “cin cin” che siamo abituati a pronunciare al momento del brindisi (anche se il galateo non lo considera molto elegante)? Viene dal cinese: dall'espressione q ng q ng (ch’ing ch’ing), il cui significato è “prego prego”. Erano i marinai cinesi ad usare quest'espressione come saluto scherzoso e gioviale, spesso al momento di una bevuta in compagnia. Quest'abitudine è stata poi presa anche dai marinai europei.
Tuttavia, la tecnica che porta alla formazione delle bollicine viene messa a punto, com'è facile immaginare, in Francia, parecchio tempo dopo i Romani.
Circa trecento anni fa, è stato infatti un monaco francese benedettino, Pierre Pérignon (dal quale viene ovviamente il nome del famoso marchio francese di champagne) ad ideare la procedura della seconda fermentazione nella bottiglia di vetro, quella dalla quale si originano appunto le bollicine.
Ecco un'altra curiosità legata, più che allo champagne, ai brindisi in genere: sapete da dove deriva il classico “cin cin” che siamo abituati a pronunciare al momento del brindisi (anche se il galateo non lo considera molto elegante)? Viene dal cinese: dall'espressione q ng q ng (ch’ing ch’ing), il cui significato è “prego prego”. Erano i marinai cinesi ad usare quest'espressione come saluto scherzoso e gioviale, spesso al momento di una bevuta in compagnia. Quest'abitudine è stata poi presa anche dai marinai europei.