Panettone e Pandoro: curiosità e consigli
Il periodo natalizio inizia a farsi sentire.
Il freddo invernale, i negozi addobbati a festa e le strade illuminate dalle innumerevoli luci colorate ci ricordano che è il momento di pensare ai regali e ai cenoni in famiglia.
Noi, oltre a questo, non facciamo altro che immaginarci la morbidezza del panettone perfettamente lievitato e il sapore dolce e soffice del pandoro.
Sì, finalmente possiamo dire che è arrivato anche questo momento dell’anno che sa di burro e di canditi!
Per questo motivo vogliamo svelarvi qualche curiosità: sapete perché il panettone e il pandoro sono i dolci presenti sulle tavole di tutti proprio durante il Natale? Sapete come riconoscere un panettone davvero artigianale?
Nessun problema, vi diamo una mano noi!
Il freddo invernale, i negozi addobbati a festa e le strade illuminate dalle innumerevoli luci colorate ci ricordano che è il momento di pensare ai regali e ai cenoni in famiglia.
Noi, oltre a questo, non facciamo altro che immaginarci la morbidezza del panettone perfettamente lievitato e il sapore dolce e soffice del pandoro.
Sì, finalmente possiamo dire che è arrivato anche questo momento dell’anno che sa di burro e di canditi!
Per questo motivo vogliamo svelarvi qualche curiosità: sapete perché il panettone e il pandoro sono i dolci presenti sulle tavole di tutti proprio durante il Natale? Sapete come riconoscere un panettone davvero artigianale?
Nessun problema, vi diamo una mano noi!
Panettone e pandoro: le origini dei dolci più gustati durante il Natale
Siamo partiti proprio da questa domanda: “Perché il panettone e il pandoro sono i dolci simbolo del Natale?”
Il motivo di questo quesito è semplice: vorremmo mangiarli tutto l’anno, ma nei supermercati, nei panifici o nelle pasticcerie sono presenti solo nel periodo delle luci colorate.
Volete sapere come mai? La ragione risiede tutta nelle origini di questi due soffici dolci.
Il panettone è nato a Milano nel XV secolo ed era il dolce amato dal duca e condottiero Ludovico il Moro, appartenente alla famiglia Sforza. Il pandoro, invece, ha origini venete. La sua nascita si deve alla famiglia Della Scala o Scaligeri che governo nel XIII secolo la città di Verona.
Ma arriviamo al punto.
Secondo una leggenda, durante una vigilia di Natale, alla corte del duca Ludovico il Moro, era stata ordinata la preparazione di un dolce particolare. Durante la sua cottura, a causa della distrazione del cuoco, il dolce si bruciò, ma uno degli aiutanti del cuoco, un certo Toni, trovò una soluzione: utilizzò la sua dose di lievito (ingrediente che a quei tempi era molto raro trovare) e aggiunse a questo farina, zucchero, uova, uvetta e frutta candita. Il dolce che ne uscì fuori venne presentato sulla tavola di Ludovico il Moro, il quale, rimanendone stupefatto, decise di chiamare il dolce “Pan di Toni”, nome da cui deriva proprio il termine “Panettone”.
Per quanto riguarda il pandoro, invece, secondo una leggenda il suo antenato è il cosiddetto “Nadalin”, un dolce che è stato preparato per festeggiare il primo Natale degli Scaligeri presso la Signoria di Verona. Fu il cuoco di corte ad inventare questo dolce: basso e a forma di stella, ricoperto da una glassa di zucchero e farcito con uvetta e pinoli.
Ma la nascita del pandoro che conosciamo noi oggi si deve a Domenico Melegatti, il quale aggiunse il lievito all’antica ricetta e lo brevettò nel 1884. Il suo nome Pandoro si ricollega, invece, alla tradizionale medievale nella quale era comune ricoprire il pane dei nobili con una foglia d’oro.
Interessante vero?
Il motivo di questo quesito è semplice: vorremmo mangiarli tutto l’anno, ma nei supermercati, nei panifici o nelle pasticcerie sono presenti solo nel periodo delle luci colorate.
Volete sapere come mai? La ragione risiede tutta nelle origini di questi due soffici dolci.
Il panettone è nato a Milano nel XV secolo ed era il dolce amato dal duca e condottiero Ludovico il Moro, appartenente alla famiglia Sforza. Il pandoro, invece, ha origini venete. La sua nascita si deve alla famiglia Della Scala o Scaligeri che governo nel XIII secolo la città di Verona.
Ma arriviamo al punto.
Secondo una leggenda, durante una vigilia di Natale, alla corte del duca Ludovico il Moro, era stata ordinata la preparazione di un dolce particolare. Durante la sua cottura, a causa della distrazione del cuoco, il dolce si bruciò, ma uno degli aiutanti del cuoco, un certo Toni, trovò una soluzione: utilizzò la sua dose di lievito (ingrediente che a quei tempi era molto raro trovare) e aggiunse a questo farina, zucchero, uova, uvetta e frutta candita. Il dolce che ne uscì fuori venne presentato sulla tavola di Ludovico il Moro, il quale, rimanendone stupefatto, decise di chiamare il dolce “Pan di Toni”, nome da cui deriva proprio il termine “Panettone”.
Per quanto riguarda il pandoro, invece, secondo una leggenda il suo antenato è il cosiddetto “Nadalin”, un dolce che è stato preparato per festeggiare il primo Natale degli Scaligeri presso la Signoria di Verona. Fu il cuoco di corte ad inventare questo dolce: basso e a forma di stella, ricoperto da una glassa di zucchero e farcito con uvetta e pinoli.
Ma la nascita del pandoro che conosciamo noi oggi si deve a Domenico Melegatti, il quale aggiunse il lievito all’antica ricetta e lo brevettò nel 1884. Il suo nome Pandoro si ricollega, invece, alla tradizionale medievale nella quale era comune ricoprire il pane dei nobili con una foglia d’oro.
Interessante vero?
Panettone e pandoro: come riconoscere quello artigianale
Dato che il Natale si avvicina e bisogna iniziare a farsi un’idea del cenone e di cosa offrire ai propri commensali, vogliamo esservi d’aiuto nello scegliere un buon panettone o pandoro artigianale.
State certi che lo apprezzeranno tutti!
Quando andate alla ricerca di un panettone artigianale, per capire se è di buona qualità, dovete osservare alcuni elementi: innanzitutto la sua cupola. Questa deve essere ben curva e avere una forma regolare e precisa. Se notate che questa si affloscia al centro, significa che non ha avuto una corretta lievitazione.
Altro aspetto da considerare sono i gli alveoli, ovvero i buchi che si formano nel processo di lievitazione. Un panettone artigianale di qualità avrà dei fori non troppo grandi, leggermente allungati e ben distribuiti. Mentre il suo colore dovrà essere di un giallo intenso, con uvetta e frutta candita, come piace a noi, abbondante!
Un consiglio: guardate la scadenza! Un panettone fatto a mano, non industriale, ha una durata massima di 30 giorni, poiché gli ingredienti utilizzati sono freschi e non vengono usati additivi chimici e conservanti.
Il pandoro invece? Come riconoscerne uno artigianale?
Prima di tutto dall’aspetto, dato che è la prima cosa che salta all’occhio. La sua forma a stella deve essere regolare, le otto punte dovrebbero cioè essere ben visibili. La parte superiore non dovrebbe presentare degli avvallamenti e la sua doratura dovrebbe essere uniforme, senza macchie bianche in superficie e parti scure nel fondo (sintomo di eccessiva cottura).
A differenza del panettone, l’alveolatura del pandoro deve essere molto compatta, i suoi buchi devono essere quasi impercettibili, molto piccoli e di forma simile.
Al tatto deve essere soffice e non troppo unto, deve avere una consistenza capace di mantenere la sua forma originale, ma allo stesso tempo deve sapersi sciogliere in bocca. Il suo odore? Un mix di burro e vaniglia, una goduria!
Voi cosa preferite: panettone o pandoro?
Noi ci asteniamo, perché scegliere quando possiamo mangiarli entrambi?
State certi che lo apprezzeranno tutti!
Quando andate alla ricerca di un panettone artigianale, per capire se è di buona qualità, dovete osservare alcuni elementi: innanzitutto la sua cupola. Questa deve essere ben curva e avere una forma regolare e precisa. Se notate che questa si affloscia al centro, significa che non ha avuto una corretta lievitazione.
Altro aspetto da considerare sono i gli alveoli, ovvero i buchi che si formano nel processo di lievitazione. Un panettone artigianale di qualità avrà dei fori non troppo grandi, leggermente allungati e ben distribuiti. Mentre il suo colore dovrà essere di un giallo intenso, con uvetta e frutta candita, come piace a noi, abbondante!
Un consiglio: guardate la scadenza! Un panettone fatto a mano, non industriale, ha una durata massima di 30 giorni, poiché gli ingredienti utilizzati sono freschi e non vengono usati additivi chimici e conservanti.
Il pandoro invece? Come riconoscerne uno artigianale?
Prima di tutto dall’aspetto, dato che è la prima cosa che salta all’occhio. La sua forma a stella deve essere regolare, le otto punte dovrebbero cioè essere ben visibili. La parte superiore non dovrebbe presentare degli avvallamenti e la sua doratura dovrebbe essere uniforme, senza macchie bianche in superficie e parti scure nel fondo (sintomo di eccessiva cottura).
A differenza del panettone, l’alveolatura del pandoro deve essere molto compatta, i suoi buchi devono essere quasi impercettibili, molto piccoli e di forma simile.
Al tatto deve essere soffice e non troppo unto, deve avere una consistenza capace di mantenere la sua forma originale, ma allo stesso tempo deve sapersi sciogliere in bocca. Il suo odore? Un mix di burro e vaniglia, una goduria!
Voi cosa preferite: panettone o pandoro?
Noi ci asteniamo, perché scegliere quando possiamo mangiarli entrambi?