Addio a Jonathan Gold, importante critico gastronomico
Jonathan Gold, noto critico gastronomico americano, è scomparso sabato 21 luglio a Los Angeles. Aveva 57 anni e nel 2007 era stato l’unico a vincere il premio Pulitzer per il giornalismo critico.
Con più di mille recensioni scritte a partire dagli anni ’80, soprattutto per il settimanale americano LA Weekly e per la rivista Gourmet, Gold è stato testimone di un pezzo di storia nella città di Los Angeles e ne ha raccontato i locali, le persone, le gelaterie italiane, i panini iraniani e le grigliate hollywoodiane con i loro tortini di pollo e i bicchieri di Martini.
Ma chi era Jonathan Gold?
Gold era nato nel 1960, si era laureato in arte e musica, e proprio di musica aveva cominciato a scrivere sempre per LA Weekly. Poi nel 1986 aveva iniziato a lavorare ad una rubrica che raccoglieva le sue impressioni sui locali etnici e per lo più sconosciuti della città.
In più di 30 anni, nelle sue recensioni hanno trovato posto ristoranti stellati insieme a realtà più piccole come locali a conduzione familiare, in cui non si parlava nemmeno la lingua inglese ma che lui amava comunque frequentare. Sui suoi 5000 libri di cucina, studiava i piatti etnici di tutti i nuovi gruppi di immigrati che arrivavano a Los Angeles.
Lo chiamavano l’Usain Bolt della lentezza, per la sua caratteristica abitudine a non rispettare le scadenze e a prenderle sul serio solo quando erano passate.
Dopo aver soggiornato in Italia nel 2014, aveva scritto un articolo nella nota rivista americana Food&Wine, nel quale elogiava la pizza di Franco Pepe come la migliore del mondo.
“Los Angeles sembrava sempre migliore quando era lui a raccontarla”, dice il critico cinematografico John Powers, amico di Gold.
Oggi il mondo della critica ha perso una sua punta di diamante, i locali di Los Angeles uno dei loro migliori degustatori.
Con più di mille recensioni scritte a partire dagli anni ’80, soprattutto per il settimanale americano LA Weekly e per la rivista Gourmet, Gold è stato testimone di un pezzo di storia nella città di Los Angeles e ne ha raccontato i locali, le persone, le gelaterie italiane, i panini iraniani e le grigliate hollywoodiane con i loro tortini di pollo e i bicchieri di Martini.
Ma chi era Jonathan Gold?
Gold era nato nel 1960, si era laureato in arte e musica, e proprio di musica aveva cominciato a scrivere sempre per LA Weekly. Poi nel 1986 aveva iniziato a lavorare ad una rubrica che raccoglieva le sue impressioni sui locali etnici e per lo più sconosciuti della città.
In più di 30 anni, nelle sue recensioni hanno trovato posto ristoranti stellati insieme a realtà più piccole come locali a conduzione familiare, in cui non si parlava nemmeno la lingua inglese ma che lui amava comunque frequentare. Sui suoi 5000 libri di cucina, studiava i piatti etnici di tutti i nuovi gruppi di immigrati che arrivavano a Los Angeles.
Lo chiamavano l’Usain Bolt della lentezza, per la sua caratteristica abitudine a non rispettare le scadenze e a prenderle sul serio solo quando erano passate.
Dopo aver soggiornato in Italia nel 2014, aveva scritto un articolo nella nota rivista americana Food&Wine, nel quale elogiava la pizza di Franco Pepe come la migliore del mondo.
“Los Angeles sembrava sempre migliore quando era lui a raccontarla”, dice il critico cinematografico John Powers, amico di Gold.
Oggi il mondo della critica ha perso una sua punta di diamante, i locali di Los Angeles uno dei loro migliori degustatori.