Addio a Joël Robuchon, padre della cucina francese

La Francia ha perso ancora un altro chef: lunedì 6 agosto a Ginevra è morto a 73 anni Joël Robuchon, dopo una lunga lotta contro il tumore al pancreas. Era lo chef più stellato al mondo con 28 stelle e cinque ristoranti con il massimo riconoscimento. Si era già ritirato dalle attività a 50 anni, dedicandosi alla divulgazione delle sue conoscenze culinarie attraverso libri, viaggi e programmi tv.

La sua carriera era cominciata nel 1974 nel ristorante Concorde Lafayette di Parigi dove, a soli 29 anni, aveva diretto una squadra di 90 cuochi. Nel 1981 riesce ad aprire il suo primo ristorante Le Jamin, grazie al quale in 3 anni ottiene 3 stelle. Nel 1994 apre un nuovo ristorante, il Joël Robuchon, che viene omaggiato con il titolo di migliore ristorante al mondo.

Negli ultimi anni aveva inventato l’Atelier Robuchon, locale che aveva aperto a Parigi e Tokyo, poi a Las Vegas, New York, Londra, Hong Kong, Taipei, Singapore, Bangkok, Shanghai, Montréal. La formula di questo progetto era quella di servire piatti base uguali dappertutto, messi a punto nel suo laboratorio di Parigi, e poi accompagnati ad ingredienti locali dei vari paesi, un’idea che ha avuto un enorme successo facendogli guadagnare altrettante stelle.

La sua cucina era dedicata alla semplicità: non usava mai più di quattro ingredienti nelle sue ricette. Per lui le regole più importanti erano buoni ingredienti, buoni abbinamenti e tecnica ma senza esagerare con la scenografia. Uno dei suoi piatti migliori era il purè di patate, considerato da molti come il più buono al mondo.

Molti i messaggi di cordoglio degli chef internazionali che lo hanno conosciuto e di cui alcuni erano stati anche allievi. Da Gordon Ramsey a Carlo Cracco, tutti sono d’accordo: oggi se n’è andato uno dei migliori chef al mondo.

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