Chiuso il ristorante di Filippo La Mantia: "affitto troppo caro"
Lo chef Filippo La Mantia, alfiere della cucina siciliana a Milano con il suo ristorante in piazza Risorgimento, chiuderà il locale, in cerca di uno spazio dove poter ricominciare senza doversi preoccupare di arrivare a fine mese.
In questo periodo delicato non è una sorpresa che il settore della ristorazione sia stato uno dei più colpiti dalla crisi in corso. Dopo il termine del lockdown totale molte sono state le attività che hanno fatto fatica a risollevarsi, cercando di rimanere a galla con gli strumenti a disposizione. Tra questi troviamo lo chef palermitano Filippo La Mantia, innamorato della città milanese, molto onesto con sé stesso e con le difficoltà a cui è dovuto andare incontro.
«Il mio locale è grande 1.800 metri quadrati, è molto impegnativo. Fino a febbraio scorso facevo circa 80 eventi l’anno. Ora zero. (...) A 60 anni, perciò, bisogna essere obiettivi e razionali: sono solo, non ho soci e ho 30 persone che lavorano con me. Mi sono fatto i conti in tasca. Così non si può più andare avanti. Rischio il fallimento». Questa è stata la dichiarazione dello chef qualche giorno fa, al programma In Onda su La7, dove ha partecipato in qualità di ospite per la nota trasmissione televisiva.
La rescissione del contratto con la proprietà, l’immobiliare Dolce, interrompe dunque un rapporto che sarebbe dovuto scadere nel 2026, “alleggerendo” lo chef da una rata mensile pari a 28 mila euro. Fortunatamente però, La Mantia è assolutamente intenzionato ad andare avanti con la sua attività: invece di farsi scoraggiare dalla situazione grigia o correre il rischio di farsi sommergere dai debiti, al momento è in cerca di un altro luogo in grado di soddisfare le sue esigenze e al contempo garantire dei costi di gestione equi e posto per tutti, colleghi e clienti. Le proposte di collaborazione ovviamente non sono mancate, ma per adesso lo chef si guarderà intorno, fiducioso che chiusa questa porta davanti a lui si stia per aprire un portone.