Cucina bolognese: arriva il riconoscimento Unesco
La città metropolitana di Bologna ha deciso di valorizzare la propria tradizione gastronomica e ha avviato un progetto serio per chiedere ufficialmente il riconoscimento Unesco.
Proprio così! Bologna vorrebbe imitare quanto già accaduto per la pizza napoletana e la dieta mediterranea, solo che questa volta a essere tutelate saranno le specialità tipiche della cucina bolognese come tortellini, tagliatelle e ragù.
L’idea di formulare la richiesta all’Unesco è arrivata dalla Città metropolitana di Bologna, che vorrebbe coinvolgere tutta la città e il territorio, a cominciare dalla Camera di Commercio, dall’Università, dalle scuole e dalle organizzazioni economiche felsinee. Giuseppe De Biasi, il capo di Gabinetto della Città metropolitana di Bologna, ha sottolineato come l'idea di avanzare la richiesta all’Unesco sia stata lanciata a margine della presentazione del libro “A tavola con il Dottor Balanzone”, di Napoleone Neri, nata dallo spunto dato da Andrea Segrè, presidente della Fondazione Fico e Caab, nella prefazione del libro stesso.
L’idea è però quella di fare le cose per bene, per questo prima di inviare il modulo di richiesta ufficiale all’Unesco (Tentative List), i promotori vorrebbero coinvolgere anche dei nomi importanti.
Andando nel dettaglio della delibera, emerge come Bologna possa contare da sempre su un felice “connubio di cultura e coltura”, evidenziato da oltre 70 ricette tra antipasti, primi e secondi. A Bologna possono contare anche su 13 salumi, 13 contorni, 25 tipologie differenti di dolci, 12 conserve, 11 liquori, 6 mieli, 9 formaggi e, dulcis in fundo, oltre 12 tipi di vino DOP e DOCG.
Si tratta di un patrimonio di tutto rispetto che meriterebbe di essere riconosciuto ufficialmente come patrimonio Unesco, anche per dare un'ulteriore spinta al progetto di Bologna come “Città del Cibo”. Non a caso, è stato aperto proprio a Bologna il parco agroalimentare Fico e il capoluogo emiliano sta diventando sempre più importante per il settore agroalimentare.
Inoltre, l’eventuale riconoscimento Unesco non sarebbe nemmeno il primo premio di questo genere per Bologna.
Nel 2006, infatti, la città è stata inserita proprio dall’Unesco tra le Città Creative della Musica e ora, i bolognesi ne sono sicuri, meriterebbe a pieno che il proprio patrimonio gastronomico venisse considerato una risorsa da proteggere per l’intera umanità.
Visto e considerato che l’Unesco si è sempre mostrato attento alla salvaguardia e alla valorizzazione dei patrimoni culturali e agroalimentari, in molti sono convinti che la proposta proveniente dalla Città metropolitana di Bologna, e che dovrebbe trasformarsi in richiesta ufficiale all'inizio del prossimo anno, venga presto accettata.
Proprio così! Bologna vorrebbe imitare quanto già accaduto per la pizza napoletana e la dieta mediterranea, solo che questa volta a essere tutelate saranno le specialità tipiche della cucina bolognese come tortellini, tagliatelle e ragù.
L’idea di formulare la richiesta all’Unesco è arrivata dalla Città metropolitana di Bologna, che vorrebbe coinvolgere tutta la città e il territorio, a cominciare dalla Camera di Commercio, dall’Università, dalle scuole e dalle organizzazioni economiche felsinee. Giuseppe De Biasi, il capo di Gabinetto della Città metropolitana di Bologna, ha sottolineato come l'idea di avanzare la richiesta all’Unesco sia stata lanciata a margine della presentazione del libro “A tavola con il Dottor Balanzone”, di Napoleone Neri, nata dallo spunto dato da Andrea Segrè, presidente della Fondazione Fico e Caab, nella prefazione del libro stesso.
L’idea è però quella di fare le cose per bene, per questo prima di inviare il modulo di richiesta ufficiale all’Unesco (Tentative List), i promotori vorrebbero coinvolgere anche dei nomi importanti.
Andando nel dettaglio della delibera, emerge come Bologna possa contare da sempre su un felice “connubio di cultura e coltura”, evidenziato da oltre 70 ricette tra antipasti, primi e secondi. A Bologna possono contare anche su 13 salumi, 13 contorni, 25 tipologie differenti di dolci, 12 conserve, 11 liquori, 6 mieli, 9 formaggi e, dulcis in fundo, oltre 12 tipi di vino DOP e DOCG.
Si tratta di un patrimonio di tutto rispetto che meriterebbe di essere riconosciuto ufficialmente come patrimonio Unesco, anche per dare un'ulteriore spinta al progetto di Bologna come “Città del Cibo”. Non a caso, è stato aperto proprio a Bologna il parco agroalimentare Fico e il capoluogo emiliano sta diventando sempre più importante per il settore agroalimentare.
Inoltre, l’eventuale riconoscimento Unesco non sarebbe nemmeno il primo premio di questo genere per Bologna.
Nel 2006, infatti, la città è stata inserita proprio dall’Unesco tra le Città Creative della Musica e ora, i bolognesi ne sono sicuri, meriterebbe a pieno che il proprio patrimonio gastronomico venisse considerato una risorsa da proteggere per l’intera umanità.
Visto e considerato che l’Unesco si è sempre mostrato attento alla salvaguardia e alla valorizzazione dei patrimoni culturali e agroalimentari, in molti sono convinti che la proposta proveniente dalla Città metropolitana di Bologna, e che dovrebbe trasformarsi in richiesta ufficiale all'inizio del prossimo anno, venga presto accettata.