Etichettatura Nutri-score: cosa cambierebbe per il Made in Italy
Avete mai visto sui prodotti alimentari una tabella con le lettere (A-B-C-D-E) e a colori? Si chiama nutri-score, è nata in Francia e si utilizza per classificare e valutare la qualità dei cibi. Quest’etichettatura ha fatto discutere tutto il mondo food!
Tra poco vi spieghiamo il perché ma, prima, scopriamo nel dettaglio di cosa si tratta!
Tra poco vi spieghiamo il perché ma, prima, scopriamo nel dettaglio di cosa si tratta!
Cos’è Nutri-score
Nutri-score è un’etichettatura dei prodotti alimentari che è stata sviluppata da ricercatori dell’Università di Parigi e dell’Inserm (Istituto nazionale francese per la ricerca sulla salute e la medicina) a partire dal 2013, allo scopo di aiutare il consumatore a valutare il reale valore e la qualità dei cibi.
Si tratta di uno schemino applicato sulle confezioni degli alimenti (tipo quelle delle classi energetiche degli elettrodomestici), che utilizza due semplici scale collegate: una alfabetica (A-B-C-D-E); una cromatica in 5 colori differenti, dal verde scuro al rosso, che si basa su una somma di elementi positivi e negativi del prodotto in questione.
Gli elementi positivi sono, per esempio, le fibre, l’apporto proteico, la presenza di frutta negli ingredienti; di contro, ecco quelli negativi: la presenza di sale, di zucchero, di grassi saturi, di alcol…
Il Nutri-score può essere di aiuto per i consumatori per confrontare le qualità nutrizionali dei prodotti.
Si tratta di uno schemino applicato sulle confezioni degli alimenti (tipo quelle delle classi energetiche degli elettrodomestici), che utilizza due semplici scale collegate: una alfabetica (A-B-C-D-E); una cromatica in 5 colori differenti, dal verde scuro al rosso, che si basa su una somma di elementi positivi e negativi del prodotto in questione.
Gli elementi positivi sono, per esempio, le fibre, l’apporto proteico, la presenza di frutta negli ingredienti; di contro, ecco quelli negativi: la presenza di sale, di zucchero, di grassi saturi, di alcol…
Il Nutri-score può essere di aiuto per i consumatori per confrontare le qualità nutrizionali dei prodotti.
No all’etichetta “a semaforo”
In Italia, Nutri-Score non convince affatto perché sembra penalizzare i prodotti “Made in Italy”, in quanto i beni italiani Doc e Igp sarebbero classificati in fondo alla scala.
Ad esempio il prosciutto di Parma è molto ricco di sale, quindi risulta un prodotto nocivo per la salute. È chiaro, quindi, che questo non potrà essere caratterizzato dal colore verde scuro e dalla lettera A perché contiene molto sale; di conseguenza, prodotti come questo andrebbero catalogati utilizzando una scala di valori differente.
Non a caso, infatti, a capo di un’alleanza nata recentemente proprio contro il sistema di etichettatura francese, troviamo proprio il nostro Paese, che ha ottenuto l’appoggio di altri paesi europei come Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Lettonia, Romania e Ungheria.
L’alleanza ha presentato un “non paper” (documento) al Consiglio dei Ministri delle Politiche Agricole per esporre i limiti dell’etichettatura Nutri-score.
Si legge nel documento che: "I codici a colori non hanno dimostrato di essere efficaci nell’aiutare il consumatore a valutare il reale valore e la qualità dei cibi. Perciò, un’etichetta nutrizionale armonizzata a livello UE dovrebbe considerare i cibi nel più ampio contesto delle esigenze quotidiane di una dieta sana, incoraggiando la varietà, la moderazione e un corretto equilibrio tra i vari gruppi di alimenti".
Per spiegare la situazione è poi entrato nella discussione anche l’attuale Ministro della Salute, Roberto Speranza, illustrando il pensiero dell’Italia: “Non c’è solo la difesa dei nostri prodotti. Diciamo no al Nutri-score non solo per un interesse italiano ma per un interesse europeo. Non rispetta la legittima volontà del consumatore di essere informato. Dobbiamo fare una grande battaglia comune, e so che in questa battaglia la Coldiretti sarà un’avanguardia”.
Proprio la Coldiretti fa sapere “che sono sistemi fuorvianti, discriminatori ed incompleti che finiscono per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta”.
E precisa: “Si rischia di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate.”
Indipendentemente dalle proprie idee personali, è indubbio il fatto che questo sistema andrebbe difatti a minare la classica dieta mediterranea, per cui l’Italia è conosciuta e apprezzata non solo a livello nazionale, ma anche europeo e mondiale.
Ad esempio il prosciutto di Parma è molto ricco di sale, quindi risulta un prodotto nocivo per la salute. È chiaro, quindi, che questo non potrà essere caratterizzato dal colore verde scuro e dalla lettera A perché contiene molto sale; di conseguenza, prodotti come questo andrebbero catalogati utilizzando una scala di valori differente.
Non a caso, infatti, a capo di un’alleanza nata recentemente proprio contro il sistema di etichettatura francese, troviamo proprio il nostro Paese, che ha ottenuto l’appoggio di altri paesi europei come Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Lettonia, Romania e Ungheria.
L’alleanza ha presentato un “non paper” (documento) al Consiglio dei Ministri delle Politiche Agricole per esporre i limiti dell’etichettatura Nutri-score.
Si legge nel documento che: "I codici a colori non hanno dimostrato di essere efficaci nell’aiutare il consumatore a valutare il reale valore e la qualità dei cibi. Perciò, un’etichetta nutrizionale armonizzata a livello UE dovrebbe considerare i cibi nel più ampio contesto delle esigenze quotidiane di una dieta sana, incoraggiando la varietà, la moderazione e un corretto equilibrio tra i vari gruppi di alimenti".
Per spiegare la situazione è poi entrato nella discussione anche l’attuale Ministro della Salute, Roberto Speranza, illustrando il pensiero dell’Italia: “Non c’è solo la difesa dei nostri prodotti. Diciamo no al Nutri-score non solo per un interesse italiano ma per un interesse europeo. Non rispetta la legittima volontà del consumatore di essere informato. Dobbiamo fare una grande battaglia comune, e so che in questa battaglia la Coldiretti sarà un’avanguardia”.
Proprio la Coldiretti fa sapere “che sono sistemi fuorvianti, discriminatori ed incompleti che finiscono per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta”.
E precisa: “Si rischia di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate.”
Indipendentemente dalle proprie idee personali, è indubbio il fatto che questo sistema andrebbe difatti a minare la classica dieta mediterranea, per cui l’Italia è conosciuta e apprezzata non solo a livello nazionale, ma anche europeo e mondiale.
Proposta alternativa: l’etichetta “a batteria”
È chiamata anche “NutrInform Battery” e si tratta della risposta tutta italiana al Nutri-Score, realizzata con la collaborazione dei Ministeri della Salute, degli Esteri, dell’Agricoltura e dello Sviluppo economico.
Il suo obiettivo è superare gli ostacoli penalizzanti del sistema Nutriscore per il Made in Italy e punta ai principi della dieta mediterranea, che si fonda su un consumo bilanciato di tutti gli alimenti.
Si basa su una combinazione di 5 fattori: energia, zuccheri, sale, grassi e grassi saturi. All’interno di ogni box si trova la percentuale rispetto alla quantità giornaliera di assunzione raccomandata dalla EU.
Risultato: è già stata approvata dalla Commissione europea!
A questo punto, non ci resta che aspettare e vedere quale sistema adotteranno i produttori italiani!
Il suo obiettivo è superare gli ostacoli penalizzanti del sistema Nutriscore per il Made in Italy e punta ai principi della dieta mediterranea, che si fonda su un consumo bilanciato di tutti gli alimenti.
Si basa su una combinazione di 5 fattori: energia, zuccheri, sale, grassi e grassi saturi. All’interno di ogni box si trova la percentuale rispetto alla quantità giornaliera di assunzione raccomandata dalla EU.
Risultato: è già stata approvata dalla Commissione europea!
A questo punto, non ci resta che aspettare e vedere quale sistema adotteranno i produttori italiani!