L'UE contro lo spreco alimentare: nuove scadenze sulle etichette

Quante volte vi è capitato di leggere sull’etichetta di un prodotto “da consumarsi preferibilmente entro” e di non sapere, effettivamente, se poterlo consumare oltre la data indicata? Moltissime sicuramente!

Cosa pensereste, invece, se al posto di tale dicitura trovaste “spesso buono oltre”?

Più risparmio e meno spreco alimentare?
Esatto, è proprio questa l’idea da cui parte l’intento dell’UE di cambiare la scritta sull’etichetta.

Funzionerà? Chissà, sarà il tempo a dircelo.
Ciò che sappiamo è che la finalità sono buone e del tutto valide.

Scopriamo di più in questo articolo!
Stop allo spreco alimentare: ecco l’idea dell’Unione Europea
Quando andiamo a fare la spesa molti di noi sono abituati a leggere sui prodotti la data di scadenza, la quale spesso desta particolari dubbi se riportata con la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”. Possiamo consumare il prodotto anche oltre la data indicata oppure è meglio non rischiare e buttare l’alimento?

Questa è una domanda comune, che diversi soggetti si pongono. Qual è la scelta più consona?

A risolvere tale diatriba ci pensa l’Unione Europea che, decisa a ridurre lo spreco alimentare portato da una simile situazione, ha presentato un provvedimento al fine di rendere ancora più chiara la data di scadenza.

In particolare, la proposta è quella di aggiungere una nuova dicitura, “Spesso buono oltre”, al fianco di quella che siamo abituati a vedere.
Secondo l’Esecutivo dell’UE, infatti, tale iscrizione può avere un diverso impatto sui consumatori e influire positivamente sulla decisione dei consumatori mangiare l’alimento invece che eliminarlo.

Una scelta saggia, potremmo dire, e piuttosto valida, dato anche che tale decisione parte da un dato di fatto che accomuna diversi soggetti: la difficoltà di riuscire a comprendere nel dettaglio la distinzione tra le varie etichette: “da consumare entro” e da “consumarsi preferibilmente entro”.

La prima è associata ad una data di scadenza tassativa, ovvero senza deroghe per questioni di sicurezza, mentre la seconda è legata alla conservazione della qualità del prodotto, data oltre alla quale quest’ultima potrebbe cambiare, senza rendere necessariamente l’alimento nocivo.

Come riportato da “Il Messaggero”, Patrizia Laurenti, professore di Igiene dell’università Cattolica di Roma, ha spiegato in che cosa consistono le due diciture “Mentre nel primo caso il prodotto non andrebbe consumato perché potenzialmente rischioso soprattutto per le persone più fragili dal punto di vista dello stato di salute, la seconda indicazione si applica invece ai prodotti non deperibili: consumarli dopo la data di scadenza non espone ad alcun rischio per la salute ma solo a una perdita di gusto, di friabilità e croccantezza”.

Con l’inserimento di questa nuova formula “Spesso buono oltre”, quindi, lo scopo è quello di evitare che molto cibo venga acquistato e poi buttato, perché considerato dannoso per la salute umana.

Secondo voi, aiuterà a ridurre lo spreco alimentare?
Prodotti deperibili e non: quali mangiare anche dopo la data di scadenza
Da mangiare o buttare? Questo è il dilemma. Molto spesso ci capita di acquistare dei prodotti che, una volta messi in dispensa o nel frigo, dimentichiamo e li ritorviamo solo nel momento in cui è stata superata la data di scadenza riportata nella confezione. Che fare?

In questo caso è utile sapere e conoscere quelli che sono i prodotti effettivamente deperibili e, quindi, potenzialmente nocivi per la nostra salute e quelli che, nonostante considerati “scaduti”, possono ancora essere consumati.
Come capirlo?

L’etichetta ci dà una mano. La dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”, infatti, indica che i prodotti, oltre la data indicata, potrebbero perdere la loro naturale qualità, ma che, nonostante ciò, possono essere consumati. Stiamo parlando di alimenti come la pasta, il riso e la farina (se non contengono terme o farfalle), ma anche il miele, i biscotti, le salse, e l’olio (se tenuto in luogo buio e freddo).

Mentre possono essere considerati potenzialmente rischiosi per la salute tutti i beni che sull’etichetta riportano “da consumarsi entro”. Si tratta, generalmente, di prodotti da frigo, che per loro natura tendono ad essere maggiormente deperibili: lo yogurt e il latte fresco rientrano tra questi, anche se il loro consumo può anche andare oltre di due giorni.
Diversamente è, invece, per alimenti come pesce crudo, carne o formaggi freschi.

Voi cosa ne pensate?

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