Olio Extravergine falso: uno studio per riconoscerlo

L’olio extra vergine è uno degli emblemi della cucina italiana: dalla coltivazione degli ulivi nei nostri terreni, alla raccolta lunga e faticosa delle olive, alla loro spremitura, fino all’utilizzo dell’olio prodotto.

L’olio extravergine è quindi un alimento sano e genuino parte integrante della dieta mediterranea. Recentemente però è uscito uno studio che ha portato alla scoperta di alcuni oli venduti come extravergini in realtà solo vergini, quindi di una categoria qualitativa inferiore.

Scopriamo insieme questo studio del giornale mensile Il Salvagente in collaborazione con il laboratorio chimico dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Roma.
Olio Extravergine di oliva: caratteristiche
Per definire e vendere un olio come extravergine di oliva devono essere rispettati alcuni parametri chimici previsti dalla normativa e superare inoltre una prova detta del panel test, obbligatorio per legge dal 1991 e effettuato da assaggiatori esperti. Se all’assaggio si presenta anche un piccolo difetto organolettico, l’olio subirà un declassamento alla categoria “vergine”.

Il panel test non è una prova soggettiva ma ha un’attendibilità e un’oggettività definita dal rispetto di parametri normativi predeterminati. Questo test è indispensabile per la classificazione dei diversi oli e quindi anche l’unico strumento in grado di tutelare sia il produttore sia il venditore di un olio extravergine di qualità.

Durante il test condotto dal laboratorio chimico 15 oli sono stati sottoposti alla prova organolettica. Ogni campione di olio inoltre è stato analizzato tenendo conto anche di altri aspetti come la presenza di pesticidi, la sua acidità, la presenza di perossidi e la concentrazione di ftalati.
Gli oli promossi e quelli bocciati dal test
Su 15 oli sottoposti al test, soltanto 8 hanno superato il test condotto dal laboratorio. Quello che ha ricevuto il voto più alto (9,5) è il Monini classico venduto al prezzo di 5,50 euro al litro. A seguire troviamo Il Bertolli Fragrante, l’Esselunga Classico, l’olio Coop, l’olio Conad classico, il Farchioni, l’olio Primadonna Lidl e l’olio Carrefour cucina delicata.

Ben 7 oli “extravergini” non hanno pero superato il test con un punteggio medio di 3: il Carapelli Frantolio è stato bocciato nonostante sia venduto ad un prezzo di 6,40 euro, a seguire il Colavita Mediterraneo tradizionale, Cirio classico, Coricelli, De Cecco classico, La Badia Eurospin, Il saggio Olivo Todis.
Cosa succede se si utilizza un olio vergine?
Utilizzare un olio di olive vergine invece che uno extravergine non provoca nessun danno per la salute di chi lo consuma, ma solo per le sue tasche. Infatti un olio extravergine può costare dal 30% al 50% in più rispetto ad un olio vergine. Per questo motivo è molto importante aumentare i controlli e i test così come le valutazioni organolettiche, in modo tale che i clienti non siano vittime di frodi.

Infine, quello che possiamo consigliarvi è di fare sempre attenzione alle etichette della bottiglia e preferire un olio extravergine d’oliva 100% italiano, tracciato e controllato, con denominazioni certificate come Dop o Igp, così da avere la certezza di un prodotto di qualità.

Newsletter

Speciali