Torino dice addio al papà dei cri cri

Forse non tutti conoscono il “cri-cri”, il celebre cioccolatino torinese con la sua forma sferica, il cuore di nocciola, rivestito da piccole palline di zucchero bianche. Ma forse ancora meno persone conoscono l’origine del suo nome.
Una leggenda parla di una ragazza di nome Cristina che nel periodo tra l’800 e il ‘900 torinese faceva la sarta per le signore dell’alta società sabauda. La ragazza aveva un fidanzato che prima di ogni appuntamento si recava in una pasticceria e comprava proprio questi dolcissimi cioccolatini per lei. La commessa, conoscendo entrambi, ogni volta che il ragazzo entrava chiedeva:” Cri?” e lui rispondeva sorridendo: “Cri!”. Il proprietario del negozio, affezionandosi a questa tenerissima storia decise di ribattezzare i cioccolatini con il nome “cri-cri”. Di lì a poco diventeranno un prodotto agroalimentare tipico della tradizione sabauda.

Nel corso degli anni la produzione si è più volte rallentata, alternandosi al gianduiotto, ma Sebastiano Garofalo, nel secondo dopoguerra, riportò in auge questi dolcetti diffondendoli successivamente in tutta Italia.

La storia del rilancio iniziò nel 1957 quando l’uomo stava cercando un particolare confetto in occasione del matrimonio con la sua compagna Maria. Capitò in una pasticceria a Torino, Icaf, scoprendo i Cri-cri. Di lì a poco, oltre che sceglierli come confetti per il matrimonio, decise di acquistare l’azienda e rilanciare i cioccolatini, diffondendoli in tutta la città. Sebastiano preparava ogni cioccolatino a mano, con grande precisione ed amore.

Garofalo muore all’età di 88 anni, lasciando la sua azienda ai tre figli, che hanno aperto anche una vendita online.

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