Tutelare il Made in Italy: la nuova campagna di Coldiretti
L’etichettatura degli alimenti è un importantissimo strumento di informazione per i consumatori, che permette di riconoscere la provenienza dei cibi che acquistiamo e la loro qualità. Ma è possibile che, in alcuni casi, un sistema di etichettatura possa nuocere alla tutela di alcuni prodotti italiani di eccellenza?
È quello che sta succedendo in alcuni Paesi del mondo, in particolare in Cile, dove prodotti italiani come salumi, olio e formaggi sono già vietati perché considerati dannosi per la salute. In questi casi, il sistema di etichettatura prevede che tali cibi siano marchiati con un bollino nero, sistema adottato per segnalare quei prodotti che contengono quantità di grassi, zuccheri e sale superiori alla normativa.
Spesso, però, come nel caso di prodotti italiani, si tratta di alimenti di qualità e simbolo dell’eccellenza nostrana. Tra i prodotti “marchiati” rientrano infatti il Gorgonzola, il Parmigiano Reggiano, il prosciutto, gli gnocchi e l’olio extravergine d’oliva. Viene invece dato il via libera ai cibi che contengono edulcoranti al posto di zuccheri e di cui non si conosce l’esatta origine degli ingredienti.
Ecco allora che entra in campo Coldiretti, che considera questo sistema di “bollini allarmistici” su alcuni prodotti alimentari di provenienza italiana come un ulteriore problema che va a danneggiare il Made in Italy, già vittima di falsificazioni in tutto il mondo. Questo va infatti a nuocere le imprese agricole e il sistema di qualità dei loro prodotti.
Per far fronte al problema, il 27 settembre, in occasione del Terzo Forum alle Nazioni Unite, è stata presentata agli Stati Uniti la richiesta ufficiale di ripensare le etichette internazionali. Coldiretti afferma che, grazie al proprio intervento, il pericolo è stato scongiurato e il Made in Italy ha ottenuto un'altra vittoria a livello internazionale.
Intanto, a partire dal 2 ottobre, sempre Coldiretti inizierà una raccolta firme attraverso l’iniziativa “Mangia originale, smaschera il tuo cibo”, con l’obiettivo di raggiungere almeno un milione di firme in sette Stati membri dell’Unione Europea entro un anno. L’intenzione dietro questa decisione è la richiesta di imporre la dichiarazione di origine obbligatoria su prodotti come carni fresche, refrigerate o congelate, di maiale, pecora, capra e pollame, ma anche sui formaggi specificandone con esattezza il Paese di provenienza.
In questo modo, si potranno “prevenire le frodi, tutelare la salute pubblica e garantire il diritto all'informazione dei consumatori”, come dice il presidente di Coldiretti Calabria Pietro Molinaro. Si cercherà quindi di proteggere i produttori europei riconoscendo la qualità dei loro prodotti rispetto a quelli importati da altri paesi.
È quello che sta succedendo in alcuni Paesi del mondo, in particolare in Cile, dove prodotti italiani come salumi, olio e formaggi sono già vietati perché considerati dannosi per la salute. In questi casi, il sistema di etichettatura prevede che tali cibi siano marchiati con un bollino nero, sistema adottato per segnalare quei prodotti che contengono quantità di grassi, zuccheri e sale superiori alla normativa.
Spesso, però, come nel caso di prodotti italiani, si tratta di alimenti di qualità e simbolo dell’eccellenza nostrana. Tra i prodotti “marchiati” rientrano infatti il Gorgonzola, il Parmigiano Reggiano, il prosciutto, gli gnocchi e l’olio extravergine d’oliva. Viene invece dato il via libera ai cibi che contengono edulcoranti al posto di zuccheri e di cui non si conosce l’esatta origine degli ingredienti.
Ecco allora che entra in campo Coldiretti, che considera questo sistema di “bollini allarmistici” su alcuni prodotti alimentari di provenienza italiana come un ulteriore problema che va a danneggiare il Made in Italy, già vittima di falsificazioni in tutto il mondo. Questo va infatti a nuocere le imprese agricole e il sistema di qualità dei loro prodotti.
Per far fronte al problema, il 27 settembre, in occasione del Terzo Forum alle Nazioni Unite, è stata presentata agli Stati Uniti la richiesta ufficiale di ripensare le etichette internazionali. Coldiretti afferma che, grazie al proprio intervento, il pericolo è stato scongiurato e il Made in Italy ha ottenuto un'altra vittoria a livello internazionale.
Intanto, a partire dal 2 ottobre, sempre Coldiretti inizierà una raccolta firme attraverso l’iniziativa “Mangia originale, smaschera il tuo cibo”, con l’obiettivo di raggiungere almeno un milione di firme in sette Stati membri dell’Unione Europea entro un anno. L’intenzione dietro questa decisione è la richiesta di imporre la dichiarazione di origine obbligatoria su prodotti come carni fresche, refrigerate o congelate, di maiale, pecora, capra e pollame, ma anche sui formaggi specificandone con esattezza il Paese di provenienza.
In questo modo, si potranno “prevenire le frodi, tutelare la salute pubblica e garantire il diritto all'informazione dei consumatori”, come dice il presidente di Coldiretti Calabria Pietro Molinaro. Si cercherà quindi di proteggere i produttori europei riconoscendo la qualità dei loro prodotti rispetto a quelli importati da altri paesi.