Autosvezzamento. Di cosa si tratta?

L'autosvezzamento è una forma di svezzamento che si pone l'obiettivo di svezzare il bambino nel modo più naturale possibile, rispettando i suoi tempi e assecondando le sue spontanee inclinazioni. Questa forma di svezzamento, chiaramente alternativa a quella tradizionale, non è ancora molto conosciuta in Italia. In altri paesi è invece ampiamente praticata. Vediamo meglio di cosa si tratta.
Cos’è l’autosvezzamento e come funziona
Le tecniche di svezzamento tradizionali prevedono che ad un certo punto, generalmente intorno ai 5-6 mesi, la mamma inizi a svezzare il bambino proponendogli i primi cibi solidi, scelti e cucinati in base alla prassi comune e alle indicazioni specifiche del pediatra. Il metodo dell'autosvezzamento è invece molto diverso: si parte dal presupposto che gli alimenti solidi debbano essere scoperti dal bambino in maniera completamente naturale e con gradualità. Il bambino, infatti, quando si sente pronto ad assaggiare cibi solidi, manda segnali abbastanza evidenti, come sembrare interessato al cibo che mangiano mamma e papà e aprire la bocca (e non tirare fuori la lingua) quando gli viene avvicinato un cucchiaino alle labbra.
Rispettare i tempi del bambino
Secondo la metodologia dell'autosvezzamento non bisogna quindi forzare i bambini a mangiare, pensando che ci siano delle tempistiche e delle tabelle di marcia da rispettare. I ritmi fisiologici non sono uguali per tutti, per cui non bisogna allarmarsi se il bimbo non mostra interesse per il cibo solido: si deve solo rispettare la sua volontà e aspettare che sia pronto.
Autosvezzamento: come procedere?
In pratica, come bisogna comportarsi se si vuole seguire il metodo dell'autosvezzamento?
Il principio base di questo metodo è: assecondare. Le inclinazioni e le curiosità che il bambino comincia a mostrare verso i cibi solidi portati in tavola vanno colti e assecondati. Dimenticatevi gli omogeneizzati, le pappette e i brodini che vengono solitamente preparati nello svezzamento tradizionale: portate in tavola solo cibi da mordere, rigorosamente freschi, sani e genuini. Niente cibi preconfezionati, né cibi troppo pesanti (tipo fritture) che il bambino ovviamente non sarebbe in grado di digerire. Il vostro compito è quello di facilitare il bambino nel suo spontaneo approccio al cibo: tagliate quindi i cibi a piccoli pezzetti o a bastoncini, in modo che possa prenderli con le mani, morderli e succhiarli. Oppure, se vi fa sentire più sicuri, presentate i cibi ben sminuzzati. Mettendogli gli assaggini sul piattino (pasta in bianco, verdure, frutta fresca), vedrete che poco per volta il bambino inizierà a prendere confidenza con il cibo e ne mangerà sempre di più, perché piano piano comincerà a riconoscere i sapori. Per mettere in atto con successo il metodo dell'autosvezzamento, è assolutamente necessario che i genitori siano sereni e fiduciosi e non si lascino prendere dall'ansia.

Il latte non va tolto, finché il bambino non si sarà abituato a mangiare a sufficienza (dateglielo dopo il pasto). Poco per volta, vedrete che il bimbo mangerà sempre più cibo solido e prenderà meno latte.
Aspetti positivi dell’autosvezzamento
Gli aspetti positivi dell'autosvezzamento sono numerosi: se ben condotto, l'autosvezzamento è un metodo che in un certo senso “deresponsabilizza” i genitori rispetto al far mangiare i propri figli. Il bimbo non va forzato a mangiare e per i genitori questa è senza dubbio una situazione meno ansiogena e stressante. Inoltre, non è necessario stare a preparare pappette e brodi che spesso non sono nemmeno graditi al bambino.
Quella dell'autosvezzamento è una situazione serena e meno stressante anche e soprattutto per i bambini stessi, perché i loro desideri e le loro inclinazioni vengono anteposte al dover mangiare a tutti i costi. Il bimbo è lasciato libero di “sperimentare” e riesce a trarre più soddisfazione e piacere dal cibo. Affina anche le capacità di mordicchiare e masticare (si può infatti masticare anche senza dentini!) e migliora le capacità manuali, perché può liberamente afferrare i cibi con le mani.

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