Se il bambino non ha appetito
Il timore che il proprio figlio non mangi abbastanza è comune a tutte le mamme, tanto più quando si manifestano i primi segnali di una mancanza di appetito.
Nel caso in cui il bambino inizi a rifiutare il cibo, non è però il caso di agitarsi subito: le possibili soluzioni sono a portata di mano, basta conoscerne i motivi, che spesso sono banali o del tutto normali perché facenti parte del naturale processo di crescita del bambino.
Tenete comunque sempre conto che, soprattutto se l'inappetenza si protrae nel tempo, è consigliabile contattare il pediatra per ulteriori accertamenti.
Cos’è l’inappetenza
Come abbiamo accennato, l’inappetenza è il rifiuto del cibo, che nel bambino può manifestarsi sia come fase passeggera che come disturbo prolungato; per quanto possa scatenare le ansie più acute dei genitori, prima di farsi sommergere dalle paure è necessario ricercare i fattori scatenanti di questo disturbo, affinché si possa ricorrere a un efficace rimedio il prima possibile.
Le cause
Spesso e volentieri, i motivi principali che generano l’inappetenza sono riconducibili al fattore della crescita: durante lo svezzamento, ad esempio, può succedere che il bambino debba trovare il proprio equilibrio tra le nuove pietanze perché, essendo tra l’altro molto varie tra loro, possono confondere o non essere gradite, soprattutto per il sapore o per le consistenze.
Anche l’atteggiamento dei genitori nei confronti del cibo si rivela una delle cause più comuni di inappetenza, poiché al primo sintomo di questo disturbo si tende ad aumentare le dosi, invano, senza ottenere alcun risultato se non quello inverso. Forzare il bambino a mangiare non è infatti la soluzione migliore, specie perché durante la nutrizione deve essere circondato da un’atmosfera tranquilla e piacevole che lo induca, appunto, a mangiare.
Così come succede negli adulti, pure i bambini manifestano uno scarso appetito in relazione alle malattie di stampo influenzale o affine sia nella fase di incubazione, sia durante nei giorni in cui queste si palesano; non c’è quindi da preoccuparsi troppo, ma provare a dare conforto al piccolo con dei cibi nutrienti e più piacevoli.
Il momento in cui i bambini mettono i dentini è un’altra causa, piuttosto frequente, di inappetenza, poiché si tratta di una fase che, oltre ad essere dolorosa in sé, provoca spesso l’irritazione delle gengive, nonché un rigonfiamento delle stesse. L’assunzione degli alimenti può dunque risultare fastidiosa, tanto da spingere il piccolo a non desiderare il cibo per non sentire male.
Le soluzioni
Le premesse fondamentali da cui partire sono due, particolarmente importanti: non forzare il piccolo a mangiare, in quanto si otterrebbe solo il risultato inverso, e non preoccuparsi esageratamente per non fargli avvertire troppa pressione. Spesso l’indifferenza per il disturbo riesce a scatenare un effetto positivo, inducendolo ad accettare più o meno ogni alimento.
In relazione a quanto appena detto, farlo mangiare da solo senza imboccarlo può giovare in modo significativo, sempre per il motivo di non trasmettergli le preoccupazioni boccone dopo boccone. Servitegli dunque delle porzioni modeste, sia per fare in modo che riesca a gestirle da solo, sia per stuzzicargli l’appetito con un “bis”.
Scandite la giornata in 5 pasti regolari affinché ognuno di questi non sia troppo corposo, ma piuttosto un momento piacevole e da condividere con il bambino; un altro consiglio determinante sta anche nel prolungare la durata dei pasti, evitando di farlo mangiare frettolosamente senza riuscire a gustarsi le singole pappe.
Un altro consiglio rilevante è di stuzzicare il suo appetito con le pietanze che più preferisce, evitando quindi di costringerlo a mangiare solo quello che gli imponete. Tenendo sempre conto di preparare un pasto sano ed equilibrato con pochi grassi, impegnatevi a proporgli dei piatti invitanti secondo i suoi gusti: per riuscire a superare questo disturbo, assecondate i suoi gusti senza imporvi troppo sulle verdure, ma cercando di dare maggiore rilievo alle sue preferenze, almeno fino a quando sarà scomparsa l’inappetenza.
Nel caso in cui il bambino inizi a rifiutare il cibo, non è però il caso di agitarsi subito: le possibili soluzioni sono a portata di mano, basta conoscerne i motivi, che spesso sono banali o del tutto normali perché facenti parte del naturale processo di crescita del bambino.
Tenete comunque sempre conto che, soprattutto se l'inappetenza si protrae nel tempo, è consigliabile contattare il pediatra per ulteriori accertamenti.
Cos’è l’inappetenza
Come abbiamo accennato, l’inappetenza è il rifiuto del cibo, che nel bambino può manifestarsi sia come fase passeggera che come disturbo prolungato; per quanto possa scatenare le ansie più acute dei genitori, prima di farsi sommergere dalle paure è necessario ricercare i fattori scatenanti di questo disturbo, affinché si possa ricorrere a un efficace rimedio il prima possibile.
Le cause
Spesso e volentieri, i motivi principali che generano l’inappetenza sono riconducibili al fattore della crescita: durante lo svezzamento, ad esempio, può succedere che il bambino debba trovare il proprio equilibrio tra le nuove pietanze perché, essendo tra l’altro molto varie tra loro, possono confondere o non essere gradite, soprattutto per il sapore o per le consistenze.
Anche l’atteggiamento dei genitori nei confronti del cibo si rivela una delle cause più comuni di inappetenza, poiché al primo sintomo di questo disturbo si tende ad aumentare le dosi, invano, senza ottenere alcun risultato se non quello inverso. Forzare il bambino a mangiare non è infatti la soluzione migliore, specie perché durante la nutrizione deve essere circondato da un’atmosfera tranquilla e piacevole che lo induca, appunto, a mangiare.
Così come succede negli adulti, pure i bambini manifestano uno scarso appetito in relazione alle malattie di stampo influenzale o affine sia nella fase di incubazione, sia durante nei giorni in cui queste si palesano; non c’è quindi da preoccuparsi troppo, ma provare a dare conforto al piccolo con dei cibi nutrienti e più piacevoli.
Il momento in cui i bambini mettono i dentini è un’altra causa, piuttosto frequente, di inappetenza, poiché si tratta di una fase che, oltre ad essere dolorosa in sé, provoca spesso l’irritazione delle gengive, nonché un rigonfiamento delle stesse. L’assunzione degli alimenti può dunque risultare fastidiosa, tanto da spingere il piccolo a non desiderare il cibo per non sentire male.
Le soluzioni
Le premesse fondamentali da cui partire sono due, particolarmente importanti: non forzare il piccolo a mangiare, in quanto si otterrebbe solo il risultato inverso, e non preoccuparsi esageratamente per non fargli avvertire troppa pressione. Spesso l’indifferenza per il disturbo riesce a scatenare un effetto positivo, inducendolo ad accettare più o meno ogni alimento.
In relazione a quanto appena detto, farlo mangiare da solo senza imboccarlo può giovare in modo significativo, sempre per il motivo di non trasmettergli le preoccupazioni boccone dopo boccone. Servitegli dunque delle porzioni modeste, sia per fare in modo che riesca a gestirle da solo, sia per stuzzicargli l’appetito con un “bis”.
Scandite la giornata in 5 pasti regolari affinché ognuno di questi non sia troppo corposo, ma piuttosto un momento piacevole e da condividere con il bambino; un altro consiglio determinante sta anche nel prolungare la durata dei pasti, evitando di farlo mangiare frettolosamente senza riuscire a gustarsi le singole pappe.
Un altro consiglio rilevante è di stuzzicare il suo appetito con le pietanze che più preferisce, evitando quindi di costringerlo a mangiare solo quello che gli imponete. Tenendo sempre conto di preparare un pasto sano ed equilibrato con pochi grassi, impegnatevi a proporgli dei piatti invitanti secondo i suoi gusti: per riuscire a superare questo disturbo, assecondate i suoi gusti senza imporvi troppo sulle verdure, ma cercando di dare maggiore rilievo alle sue preferenze, almeno fino a quando sarà scomparsa l’inappetenza.