Alkekengi
L'ingrediente di cui parleremo oggi è l'alkekengi: un nome un po' particolare per un frutto dal gusto leggermente acido e dalle ottime proprietà!
Forse le avrete già consumate qualche volta: sono delle piccole bacche dalla colorazione aranciata-rossastra, inserite in una mebrana sottile dalla tipica (e gradevole) forma a lanterna e dalla consistenza che ricorda un po' la cartapesta.
Scopriamo qualcosa in più su questi frutti: nel seguente articolo vedremo, fra le altre cose, quali sono le loro proprietà dal punto di vista nutrizionale e come consumarli!
Forse le avrete già consumate qualche volta: sono delle piccole bacche dalla colorazione aranciata-rossastra, inserite in una mebrana sottile dalla tipica (e gradevole) forma a lanterna e dalla consistenza che ricorda un po' la cartapesta.
Scopriamo qualcosa in più su questi frutti: nel seguente articolo vedremo, fra le altre cose, quali sono le loro proprietà dal punto di vista nutrizionale e come consumarli!
Caratteristiche generali dell'alkekengi
Dal punto di vista scientifico e botanico, la pianta dell'alkekengi di chiama "Physalis alkekengi": si tratta di una pianta perenne che appartiene alla famiglia delle Solanaceae (è la stessa famiglia della quale fanno parte anche il pomodoro e la patata) e che in realtà di per sé non è commestibile, in quanto risulta tossica per l'uomo.
Questo però vale solo per la pianta: il frutto della Physalis – ovvero le piccole bacche chiamate comunemente alkekengi – non solo si possono mangiare, ma sono anche ricche di vitamina C e di altre sostanze utili (come vedremo meglio più avanti).
Grandi più o meno quanto una ciliegia, queste bacche hanno una colorazione che può andare dal rossastro-arancione fino al giallo-verdastro e, come anticipato sopra, si trovano inserite dentro una membrana a forma di lanterna (tale membrana non è commestibile e viene chiamata calice, per via della sua forma). All'interno della bacca ci sono diversi semi, che si possono mangiare.
Il sapore di questo frutto è leggermente acidulo: ricorda un po' il gusto dei frutti di bosco, in quanto è poco dolce e ha una piacevola nota agrumata.
Questo però vale solo per la pianta: il frutto della Physalis – ovvero le piccole bacche chiamate comunemente alkekengi – non solo si possono mangiare, ma sono anche ricche di vitamina C e di altre sostanze utili (come vedremo meglio più avanti).
Grandi più o meno quanto una ciliegia, queste bacche hanno una colorazione che può andare dal rossastro-arancione fino al giallo-verdastro e, come anticipato sopra, si trovano inserite dentro una membrana a forma di lanterna (tale membrana non è commestibile e viene chiamata calice, per via della sua forma). All'interno della bacca ci sono diversi semi, che si possono mangiare.
Il sapore di questo frutto è leggermente acidulo: ricorda un po' il gusto dei frutti di bosco, in quanto è poco dolce e ha una piacevola nota agrumata.
Alkekengi: stagione
Gli alkekengi arrivano a piena maturazione verso la fine del periodo estivo: le bacche vengono infatti raccolte ad agosto-ottobre.
Tipi/Varietà di alkekengi
Ci sono tante varietà di questi frutti: ad esempio, una varietà piuttosto comune è l'alchechengio peruviano, che è caratterizzato da una bacca di dimensioni più grandi (ragion per cui questa pianta è a volte confusa con la Physalis ixocarpa, che produce bacche simili).
Proprietà nutrizionali dell'alkekengi
Ma quali sono le proprietà dell'alchechengi? E quali nutrienti apporta all'organismo?
Dal punto di vista nutrizionale, queste piccole bacche sono un'ottima fonte di vitamina C (che è presente in abbondanza), acido citrico e tannino, una sostanza presente in vari estratti vegetali che svolge una buona azione antiossidante.
Per quanto riguarda l'apporto calorico, 100 g di bacche forniscono circa 65 calorie: per la maggior parte si tratta di carboidrati, mentre proteine e grassi sono presenti in minor quantità (e più o meno in ugual misura).
Oltre ad essere dei buoni antiossidanti naturali, questi frutti vantano anche proprietà antinfiammatorie, depurative e diuretiche.
Dal punto di vista nutrizionale, queste piccole bacche sono un'ottima fonte di vitamina C (che è presente in abbondanza), acido citrico e tannino, una sostanza presente in vari estratti vegetali che svolge una buona azione antiossidante.
Per quanto riguarda l'apporto calorico, 100 g di bacche forniscono circa 65 calorie: per la maggior parte si tratta di carboidrati, mentre proteine e grassi sono presenti in minor quantità (e più o meno in ugual misura).
Oltre ad essere dei buoni antiossidanti naturali, questi frutti vantano anche proprietà antinfiammatorie, depurative e diuretiche.
Uso in cucina dell'alkekengi
L'alkekengi viene solitamente consumato fresco e al naturale, come frutto (naturalmente lo si può unire anche ad altri frutti, per fare una macedonia). Ma può anche essere sfruttato in altri modi in cucina, più che altro per ricette dolci.
In particolare, il sapore leggermente acidulo di queste bacche le rende perfette per realizzare confetture dal gusto equilibrato e non eccessivamente dolce, che si possono usare per preparare ottime crostate di pasta frolla o torte di altro genere. Sono ideali anche come ingrediente da usare per fare gelati e sorbetti.
Inoltre in alcune pasticcerie si trovano venduti come dolcetti, ricoperti di cioccolato (in effetti si sposano molto bene con il cioccolato fondente).
Un altro utilizzo che si può fare di questi frutti consiste nel consumarli sotto forma di bevanda: basta spremerne il succo!
In particolare, il sapore leggermente acidulo di queste bacche le rende perfette per realizzare confetture dal gusto equilibrato e non eccessivamente dolce, che si possono usare per preparare ottime crostate di pasta frolla o torte di altro genere. Sono ideali anche come ingrediente da usare per fare gelati e sorbetti.
Inoltre in alcune pasticcerie si trovano venduti come dolcetti, ricoperti di cioccolato (in effetti si sposano molto bene con il cioccolato fondente).
Un altro utilizzo che si può fare di questi frutti consiste nel consumarli sotto forma di bevanda: basta spremerne il succo!
Come pulire l'alkekengi
L'alkekengi è un frutto molto semplice da pulire: è sufficiente eliminare la sottile membrana che lo riveste (che come abbiamo visto non è commestibile), dopodiché la bacca va lavata bene con acqua fresca.
Guida all’acquisto dell'alkekengi
Queste bacche sono piuttosto facili da trovare anche in qualsiasi grande superrmercato, nel periodo in cui sono di stagione: quando le comprate assicuratevi che siano ben mature, controllando il calice (la membrana esterna) che deve avere una consistenza abbastanza friabile (è segno che la bacca è matura al punto giusto) e il colore (dev'essere il più possibile uniforme).
Metodo di conservazione dell'alkekengi
Una volta acquistati, considerate che questi frutti si mantengono più o meno 2-3 giorni, se li tenete in frigorifero (l'ideale è avvolgerli in uno strofinaccio/panno pulito).
Teneteli a temperatura ambiente soltanto se li avete comprati non ancora maturi: fuori dal frigorifero, infatti, continueranno a maturare.
E se vi accorgete di averne comprati troppi, per non farli marcire potete congelarli: prima di metterli nel congelatore dovrete soltanto ricordarvi di togliere la membrana esterna.
Teneteli a temperatura ambiente soltanto se li avete comprati non ancora maturi: fuori dal frigorifero, infatti, continueranno a maturare.
E se vi accorgete di averne comprati troppi, per non farli marcire potete congelarli: prima di metterli nel congelatore dovrete soltanto ricordarvi di togliere la membrana esterna.
Curiosità sull'alkekengi
L'origine della pianta che produce gli alkekengi non si conosce con esattezza: forse si tratta di una pianta europea o forse è una pianta asiatica (cinese o giapponese). Secondo altri invece sarebbe originaria dell'America Latina.
In ogni caso, qualunque sia la sua origine, questa pianta viene spesso usata anche come elemento decorativo: non è raro trovarla nei giardini a questo scopo.
In ogni caso, qualunque sia la sua origine, questa pianta viene spesso usata anche come elemento decorativo: non è raro trovarla nei giardini a questo scopo.