Origine degli alimenti: il problema dei cosiddetti "alimenti anonimi"

L'Italia e la Comunità europea negli ultimi anni hanno lavorato molto sul miglioramento delle norme alimentari, ma ad oggi circa 1/4 della spesa nel nostro paese è ancora "anonima". Ma cosa significa questo?

Per alimento anonimo si intende tutto ciò che non contiene nell'etichetta il luogo di provenienza geografica.

La nuova norma, approvata nel mercato italiano, consente di estendere a tutti i prodotti alimentari l’obbligo di indicare questi dati all'interno dell'etichetta, ponendo fine ad un lungo e faticoso contenzioso aperto con l’Unione europea oltre 15 anni fa. Questo obiettivo è stato richiesto a gran voce dagli italiani, di cui il 93% ritiene importante conoscere l’origine degli alimenti, ed in quasi 3 casi su 4 (73%) sono disposti a spendere di più per i prodotti nazionali.
Quali cibi nel mercato europeo hanno l'origine geografica indicata?
Adesso andiamo a vedere insieme quali alimenti, nel mercato europeo, sono regolamentati in modo da avere sulle etichette l’indicazione dell'origine degli alimenti:

I cibi con l’indicazione origine:
• Carne di pollo e derivati
• Carne bovina
• Frutta e verdura fresche
• Uova
• Miele
• Olio extravergine di oliva
• Pesce
• Derivati del pomodoro e sughi pronti
• Latte e formaggi
• Pasta
• Riso
• Tartufi e funghi spontanei
(*) grazie a norme nazionali

I cibi senza indicazioni invece sono:
• Salumi
• Carne di coniglio
• Carne trasformata
• Marmellate, succhi di frutta, ecc.
• Fagioli, piselli in scatola, ecc.
• Pane
• Insalate in busta (IV° gamma)
• Frutta e verdura essiccata

Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini sostiene come "Di fronte all'atteggiamento incerto e contraddittorio dell’Unione Europea che obbliga ad indicare l’etichetta per la carne fresca, ma non per quella trasformata in salumi, per la frutta fresca, ma non per i succhi, per il miele ma non per lo zucchero, l’Italia, che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie”, precisando inoltre come “in un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti”.

A livello comunitario il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza "mucca pazza" nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca.
Ma com’è disciplinata l’etichettatura alimentare?
Vediamo ora insieme il Regolamento europeo 1169/2011.

• Al fine di migliorare la leggibilità delle informazioni fornite nelle etichette, viene stabilita una dimensione minima dei caratteri
per le indicazioni obbligatorie
• L’etichetta nutrizionale diviene obbligatoria a partire dal 13 dicembre 2016 per quanto riguarda la dichiarazione del contenuto
calorico (energia), i grassi, i grassi saturi, i carboidrati con specifico riferimento agli zuccheri e il sale
• Gli ingredienti o coadiuvanti che provochino allergie devono figurare nell'elenco degli ingredienti con un riferimento chiaro alla denominazione della sostanza definita come allergene
• Nel caso di vendita online o a distanza del prodotto alimentare, la maggior parte delle informazioni obbligatorie sull'etichetta deve essere fornita prima dell’acquisto
• Il tipo di oli e grassi utilizzati dovrà essere specificato tra gli ingredienti
• Viene individuato il soggetto responsabile della presenza e della correttezza delle informazioni sugli alimenti, cioè l’operatore con il cui nome o ragione sociale il prodotto è commercializzato

Concludiamo l’articolo citando di nuovo il presidente della Coldiretti, ente che qualche tempo fa ha pubblicato una black list dei cibi più pericolosi, Ettore Prandini: “L’esperienza di questi anni dimostra l’importanza di una informazione corretta con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine nazionale degli alimenti che va esteso a tutti gli alimenti”.

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