La Giornata Nazionale contro lo spreco alimentare

Introduzione
Ogni mese, in Italia, una famiglia getta nella spazzatura circa 30 euro di alimenti. Ogni anno, nel nostro Paese, si buttano quasi 9 tonnellate di cibo, in buona parte recuperabili perché sono scarti della grande distribuzione e delle aziende e prodotti agricoli che rimangono sui terreni di coltura. Solo questi due dati, forniti dal rapporto 2013 sullo spreco domestico, compilato dall’Osservatorio Waste Watcher, e dalla ricerche di Last Minute Market, parlano chiaro: si spreca troppo cibo, frutta e verdura in testa, ma anche formaggi, pane e alimenti cotti.
Per sollecitare l’attenzione nei confronti di questo tema è stata bandita la prima Giornata Nazionale contro lo spreco alimentare il 5 febbraio 2014, in vista dell’istituzione, nel 2015, dell’Anno Europeo contro lo spreco alimentare, proprio in concomitanza con l’Expo, che nella sua edizione milanese sarà dedicato al settore dell’alimentazione.
Una data da segnare: 5 febbraio 2018
L’iniziativa, lanciata dal ministro dell'Ambiente Andrea Orlando alla fine del 2013, prevede la convocazione dei primi Stati Generali per affrontare il problema degli sprechi alimentari. A coordinare il tutto è il fondatore di Last Minute Market Andrea Segrè; negli anni, la manifestazione ha visto la partecipazione di scienziati e nomi illustri come, per citare qualche esempio, Giobbe Covatta e Susanna Tamaro, con il duplice obiettivo di individuare strategie nazionali per la lotta allo spreco e di operare una massiccia campagna di informazione a riguardo. Come strumento operativo viene definita una Consulta, che raggruppa enti di ricerca, università, associazioni e imprese, per stilare proposte concrete e linee guida per ridurre gli sprechi.
Gli interventi da effettuare riguardano tutta la filiera del cibo, dalla produzione (imprese agricole e aziende alimentari) alla distribuzione (piccola o grande che sia) fino al consumatore, che deve imparare ad acquistare con più consapevolezza e in minori quantità, sia per il proprio portafogli sia per rispetto nei confronti degli equilibri alimentari della collettività e dell’ambiente.
Cosa posso fare io?
Al di là delle iniziative istituzionali, ognuno di noi può agire nel suo quotidiano per ridurre gli sprechi. Evitare di fare una spesa abbondante, per più giorni, e preferire invece l’acquisto di ciò che serve giorno per giorno è uno dei metodi più semplici per avere sempre sotto controllo frigorifero e dispensa e ridurre al minimo gli avanzi che rischiano di essere gettati via.
Quando si va al supermercato è bene pianificare la spesa, facendo una lista dettagliata a casa e attenendosi ad essa. Molti avanzi si possono congelare e in questo modo durano abbastanza a lungo, ma se, invece, qualcosa ha ormai superato la data di scadenza, piuttosto che gettarla semplicemente nella spazzatura, pensate di utilizzarla per preparare del compost domestico per le vostre piante o l’orto.
E poi tanta creatività: non esiste quasi alimento che non possa trasformarsi in un piatto prelibato, basta trovare la giusta ricetta! Infine, se proprio abbiamo acquistato qualcosa che non ci piace, piuttosto che buttarlo, perché non lo regaliamo o lo barattiamo con altro? Esistono alcuni portali per il food sharing e il food swapping (un vero e proprio baratto organizzato), ma potete anche rivolgervi alle strutture che preparano pasti per i bisognosi, presenti in tutte le città, o semplicemente regalarli a qualcuno che conoscete.

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