Gli alimenti che sarebbe meglio acquistare bio
Introduzione
Sugli scaffali dei supermercati abbiamo l’imbarazzo della scelta: possiamo acquistare prodotti a prezzi scontatissimi, oppure le linee base, che competono a livello di costo con i discount, oppure ancora scegliere alimenti bio. Al di là di ogni considerazione economica, ci sono delle particolari categorie di cibi per cui sarebbe meglio rivolgersi al biologico?
Frutta e verdura passate al biologico
Sicuramente frutta e verdura biologica, soprattutto se consumate a crudo e con la buccia, è bene provengano da coltivazioni bio. La presenza di sostanze di sintesi è ridotta a zero e, altro vantaggio non da poco, questo tipo di agricoltura tende a privilegiare i prodotti di stagione: non avremo in tavola le fragole a dicembre, ma quando le troveremo sui banchi in estate saranno più buone e tendenzialmente meno care.
Alcuni ortaggi, come i cavoli, l’aglio e le cipolle, e frutti come banane e kiwi, invece, si possono continuare ad acquistare anche se non sono bio: assorbono infatti una quantità di pesticidi molto bassa e per lo più si consumano solo senza buccia.
Maggiore attenzione si deve prestare invece alla verdura a foglia verde, come le diverse varietà di insalata, gli spinaci o le coste: la loro coltivazione prevede un impiego massiccio di antiparassitari, che non vengono eliminati del tutto né dal lavaggio né da un’eventuale cottura.
Un discorso simile vale anche per pomodori e peperoni: hanno una buccia sottile e di solito in cucina si usano senza spelarli.
Per quanto riguarda la frutta, pesche e mele, che racchiudono nella buccia la maggior parte delle loro proprietà benefiche, e fragole, ciliegie e uva, che si consumano intere, dovrebbero essere sempre acquistate se si ha la garanzia che non siano state trattate con pesticidi e altre sostanze potenzialmente tossiche.
Infine, le patate: questo tubero, molto versatile e impiegato in tantissime ricette, è spesso sotto attacco di agenti micotici. L’agricoltura tradizionale fa quindi ricorso a dosi massicce di antifungini, che rimangono sulla buccia e penetrano nella polpa.
Anche la frutta e la verdura utilizzate per preparare i piatti per i neonati in fase di svezzamento e i bambini nei primi anni di vita sarebbe meglio fosse biologica, così come omogeneizzati e altri alimenti pronti a loro destinati.
Alcuni ortaggi, come i cavoli, l’aglio e le cipolle, e frutti come banane e kiwi, invece, si possono continuare ad acquistare anche se non sono bio: assorbono infatti una quantità di pesticidi molto bassa e per lo più si consumano solo senza buccia.
Maggiore attenzione si deve prestare invece alla verdura a foglia verde, come le diverse varietà di insalata, gli spinaci o le coste: la loro coltivazione prevede un impiego massiccio di antiparassitari, che non vengono eliminati del tutto né dal lavaggio né da un’eventuale cottura.
Un discorso simile vale anche per pomodori e peperoni: hanno una buccia sottile e di solito in cucina si usano senza spelarli.
Per quanto riguarda la frutta, pesche e mele, che racchiudono nella buccia la maggior parte delle loro proprietà benefiche, e fragole, ciliegie e uva, che si consumano intere, dovrebbero essere sempre acquistate se si ha la garanzia che non siano state trattate con pesticidi e altre sostanze potenzialmente tossiche.
Infine, le patate: questo tubero, molto versatile e impiegato in tantissime ricette, è spesso sotto attacco di agenti micotici. L’agricoltura tradizionale fa quindi ricorso a dosi massicce di antifungini, che rimangono sulla buccia e penetrano nella polpa.
Anche la frutta e la verdura utilizzate per preparare i piatti per i neonati in fase di svezzamento e i bambini nei primi anni di vita sarebbe meglio fosse biologica, così come omogeneizzati e altri alimenti pronti a loro destinati.
Carne e latticini bio una scelta etica oltre che salutare
Innanzitutto le uova: solo quelle biologiche provengono da animali non allevati in batteria, al chiuso, in spazi ristrettissimi e forzati a crescere con cicli di ormoni. Animali che rischiano di ammalarsi spesso e che quindi sono curati con medicine i cui residui rimarranno nelle uova prodotte. Rivolgetevi solo a uova che riportino sul guscio il codice che inizia con zero: solo in questo caso si tratta di uova davvero biologiche, da galline che non vivono in condizioni terribili.
Un discorso non troppo diverso si può fare per quanto riguarda tutti gli altri alimenti di derivazione animale: i dettami dell’allevamento bio garantiscono a bovini, suini e ovini di condurre un’esistenza dignitosa, passando parte della giornata all’aperto, senza essere sottoposti a farmaci che inducano una crescita non naturale, cibandosi di vegetali e cereali sani.
Un discorso non troppo diverso si può fare per quanto riguarda tutti gli altri alimenti di derivazione animale: i dettami dell’allevamento bio garantiscono a bovini, suini e ovini di condurre un’esistenza dignitosa, passando parte della giornata all’aperto, senza essere sottoposti a farmaci che inducano una crescita non naturale, cibandosi di vegetali e cereali sani.
Caffè, pasta e riso alimenti quotidiani
Ci sono alcuni cibi che, almeno in Italia, consumiamo regolarmente, una o più volte al giorno: il caffè, la pasta, il riso e il pane, per fare solo alcuni esempi. Proprio la frequenza con cui introduciamo questi alimenti nel nostro corpo suggerisce di rivolgersi a prodotti bio, che possano assicurare la mancanza di residui da antiparassitari, fertilizzanti o altre sostanze impiegate per la coltivazione intensiva delle piante e dei cereali.
Nel caso del caffè, inoltre, c’è anche un’altra questione da considerare: coltivato in Paesi extraeuropei che non sempre garantiscono gli stessi standard di qualità e salubrità dei prodotti, sfrutta il lavoro di migliaia di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà e ricevono paghe da fame. Il caffè del commercio equo e solidale assicura che sia stato prodotto nel rispetto dei lavoratori, oltre che della salute dei consumatori.
Nel caso del caffè, inoltre, c’è anche un’altra questione da considerare: coltivato in Paesi extraeuropei che non sempre garantiscono gli stessi standard di qualità e salubrità dei prodotti, sfrutta il lavoro di migliaia di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà e ricevono paghe da fame. Il caffè del commercio equo e solidale assicura che sia stato prodotto nel rispetto dei lavoratori, oltre che della salute dei consumatori.

1 commento inserito
Inviato da
mario
il 12/03/2014 alle 02:13

Bell articolo