Il controllo dei parassiti nelle coltivazioni biologiche
Introduzione
La presenza dei parassiti che danneggiano o falcidiano le coltivazioni è un problema che l’agricoltura ha dovuto fronteggiare fin dalle sue origini. Con lo sviluppo delle tecniche moderne di coltivazione e la necessità di produrre le massicce quantità richieste dall’industria alimentare si è diffuso tutto un insieme di sostanze di sintesi in grado di debellare questi sgraditi ospiti. Naturalmente antiparassitari e medicine per le piante non svaniscono una volta che hanno fatto effetto, ma i residui rimangono e vengono ingeriti dai consumatori insieme con l’alimento. L’agricoltura biologica, quindi, rigetta l’utilizzo di queste sostanze e sceglie di risolvere il problema attraverso prevenzione e metodi indiretti.
La prevenzione
Evitare che si formi un ambiente favorevole ai parassiti significa ridurre il rischio della loro infestazione sulle colture. Si agisce in due direzioni: creando un ambiente ostile agli agenti patogeni e attraverso la selezione genetica delle piante da coltivare, che saranno più resistenti.
Nel primo caso si ricorre a operazioni di vario genere: si copre il terreno con fieno o erba in modo da proteggerlo dagli sbalzi di temperatura e impedire la crescita di erbe infestanti; si ruotano le colture, in modo che siano le stesse piante a fertilizzare il terreno, alternandole a quelle che sottraggono nutrimento; si adoperano opportune pratiche di irrigazione; si usa la tecnica del sovescio, coltivando cioè piante che sono in grado di restituire elementi nutritivi al terreno una volta fiorite e interrate.
Nel secondo, invece, l’obiettivo è scegliere le specie e le varietà che meglio siano in grado di resistere ai parassiti senza l’intervento successivo dell’uomo.
Un altro sistema adottato consiste nel mantenimento dell’equilibrio del sistema agricolo, che favorisce la presenza e la riproduzione di organismi, in particolare alcune specie di insetti, uccelli e piccoli mammiferi, che sono gli antagonisti naturali dei parassiti.
Nel primo caso si ricorre a operazioni di vario genere: si copre il terreno con fieno o erba in modo da proteggerlo dagli sbalzi di temperatura e impedire la crescita di erbe infestanti; si ruotano le colture, in modo che siano le stesse piante a fertilizzare il terreno, alternandole a quelle che sottraggono nutrimento; si adoperano opportune pratiche di irrigazione; si usa la tecnica del sovescio, coltivando cioè piante che sono in grado di restituire elementi nutritivi al terreno una volta fiorite e interrate.
Nel secondo, invece, l’obiettivo è scegliere le specie e le varietà che meglio siano in grado di resistere ai parassiti senza l’intervento successivo dell’uomo.
Un altro sistema adottato consiste nel mantenimento dell’equilibrio del sistema agricolo, che favorisce la presenza e la riproduzione di organismi, in particolare alcune specie di insetti, uccelli e piccoli mammiferi, che sono gli antagonisti naturali dei parassiti.
Il compost perfetto anche per l’orto di casa
A contribuire alla fertilizzazione del terreno, senza ricorrere a sostanze di sintesi, è anche l’impiego di letame o concimi organici. Tra questi il compost, che è utilissimo sia per il piccolo orto domestico che per le grandi estensioni di terreno e ha il vantaggio di recuperare e riciclare tutti i materiali di scarto biodegradabili di casa o dell’azienda agricola: soprattutto avanzi di cibo nel primo e residui vegetali nel secondo.
Ogni parassita può inoltre essere combattuto attraverso l’utilizzo di specifiche preparazioni a base vegetale: per fare solo un esempio i pidocchi delle piante, più correttamente chiamati afidi, che si nutrono delle linfa dei germogli impedendo il sano sviluppo delle piante, si possono debellare con un preparato a base di felce o ortica lasciata a macerare nell’acqua per un paio di giorni, da spruzzare poi direttamente sui parassiti. Naturalmente in questo caso si parla di piccole coltivazioni biologiche, non destinate al mercato di massa.
Ogni parassita può inoltre essere combattuto attraverso l’utilizzo di specifiche preparazioni a base vegetale: per fare solo un esempio i pidocchi delle piante, più correttamente chiamati afidi, che si nutrono delle linfa dei germogli impedendo il sano sviluppo delle piante, si possono debellare con un preparato a base di felce o ortica lasciata a macerare nell’acqua per un paio di giorni, da spruzzare poi direttamente sui parassiti. Naturalmente in questo caso si parla di piccole coltivazioni biologiche, non destinate al mercato di massa.
Gli antiparassitari “naturali”
Anche l’agricoltura bio può fare ricorso a interventi diretti di lotta ai parassiti se il danno che questi sono in grado di produrre alle coltivazioni è molto significativo. Ma anche in questo caso sono vietati antiparassitari di sintesi e esistono precise direttive europee (il regolamento CE 2092/91, che regola questi aspetti) che elencano i prodotti di origine organica o minerale consentiti. Si possono inoltre utilizzare pratiche di tipo meccanico come la bruciatura, in grado di eliminare le piante infestanti.