Il vino biodinamico

Sempre più spesso si sente parlare, in ambito culinario, di biodinamica. Ma di che cosa si intende di preciso? Facciamo un passo indietro e prendiamo l’argomento alla larga.

Cos’è?
Il metodo biodinamico è stato messo a punto negli anni ’20 dal filosofo Rudolf Steiner e si basa sull’equilibrio della natura, sul rispetto dell’ecosistema, del suolo e di tutti gli organismi viventi che popolano il terreno. I suoi obiettivi, pressoché comuni alle altre tecniche agricole, prevedono il mantenimento della fertilità del terreno e della salute delle piante al fine di avere dei raccolti di qualità. Quello che cambia sono i mezzi utilizzati per raggiungere questi scopi poiché l’agricoltura biodinamica si avvale esclusivamente di sostanze naturali.
Per ottimizzare i risultati si dà molta importanza anche alle fasi lunari e solari, si lavora la terra seguendo i metodi tradizionali (per esempio, per arare si predilige il cavallo al trattore) e si rigenera il suolo con il letame.

La metodologia: il vino biodinamico
Il metodo biodinamico trova applicazione non solo nella coltivazione di frutta e verdura ma si estende anche alla produzione del vino.
Le fasi lunari e la posizione dei pianeti, lo abbiamo già detto, sono molto importanti, anche in cantina. Infatti, vengono seguite scrupolosamente in ogni momento della produzione, dalla coltivazione dell’uva ai travasi del vino.

I vantaggi del vino biodinamico sono notevoli: un terreno naturalmente più fertile fa sì che le viti sviluppino radici più profonde e sopportino meglio bruschi sbalzi di temperatura. Per proteggerle dai parassiti e rafforzarle, vengono invece trattate con infusi di ortica, camomilla, finocchio, dente di leone, valeriana e corteccia.
Una volta che l’uva raggiunge il giusto grado di maturazione, si procede con la vendemmia, che deve essere fatta rigorosamente a mano.

Per la maturazione del vino sono consentite solo alcune sostanze che, ovviamente, devono essere tutte naturali: lieviti selezionati non OGM, gas inerti alimentari, bicarbonato di potassio, albumina d’uovo di origine biologica, caseina e caseinato di potassio e carbone per uso enologico.
Anche i prodotti per la pulizia delle botti devono essere naturali e ammessi dal Regolamento CEE 2092/91 e dai disciplinari per l’agricoltura biodinamica.
Tra i contenitori ammessi dal Regolamento vi sono soltanto l’acciaio inox e il legno. Tutti gli altri devono avere un certificato di idoneità che provi la loro non tossicità.

Quando il vino è pronto si procede all’imbottigliamento. Anche in questo caso devono essere utilizzati solo imballaggi riciclabili: bottiglie di vetro, tappi di sughero non trattato e marchiato a fuoco e cera naturale per sigillare.

La filosofia
Nel vino biodinamico, come del resto in tutti gli ambiti connessi con questo metodo, il produttore entra in sintonia con tutto il mondo vivente, poiché accentua la sostenibilità, la fertilità del terreno e quindi la biodiversità delle specie, contribuendo alla loro naturale evoluzione. Rispettando i principi base della natura, il prodotto si lega al territorio assumendo tutte le sue caratteristiche e peculiarità. Si otterrà, ogni volta, un vino unico e inimitabile, qualcosa che si discosta molto dalla politica industriale della standardizzazione dei sapori che oggi è molto in voga.

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