Le proprietà benefiche della curcuma

Introduzione
Di questa pianta si conoscono 80 diverse specie, ma la più nota è sicuramente la Curcuma longa, detta anche zafferano delle indie. Le sue radici, ridotte in polvere, sono di color ocra e rappresentano uno degli ingredienti principali del curry. Oltre che per usi alimentari, soprattutto nella cucina orientale, la curcuma possiede tutta una serie di sostanze che hanno effetti benefici sull’organismo.
Un medicamento antico
La curcuma, conosciuta per le sue proprietà antinfiammatorie, è da secoli utilizzata nella medicina indiana e cinese ma di recente anche quella occidentale, grazie a studi specifici, ne ha compreso le potenzialità curative e preventive. L’interesse è nato da un fatto: nei Paesi dove essa viene consumata regolarmente, come l’India, si è riscontrata una minore incidenza di tumori, morbo di Alzhaimer e altre patologie, soprattutto di carattere infiammatorio. Naturalmente anche lo stile di vita e la variabilità genetica delle popolazioni hanno un ruolo nello sviluppo delle malattie, ma queste considerazioni hanno stimolato analisi e ricerche sulla pianta e portato alla scoperta dei suoi effetti benefici su tantissime diverse patologie.
Tutto merito della curcumina
Innanzitutto uno dei suoi componenti principali, la curcumina, ha proprietà antiossidanti, che prevengono l’azione dei radicali liberi e quindi contribuiscono a rallentare i processi di invecchiamento cellulare. Inoltre ha effetti antinfiammatori, anzi, sarebbe uno degli antinfiammatori naturali più potenti. Una ricerca, pubblicata sul Journal of Nutritional Biochemistry e portata avanti dalla Oregon State University, ha identificato nella curcumina la capacità di aumentare i livelli di una proteina responsabile dell’attivazione di un gene che regola la risposta immunitaria. Il consumo regolare di curcuma, quindi, è in grado di proteggere il corpo da attacchi virali, micotici e batterici, soprattutto a livello di stomaco e intestino. Tutti i farmaci in commercio a base di curcumina sono infatti degli antinfiammatori, soprattutto contro l’artrite. Applicandola sotto forma di pomata sulla pelle è anche efficace contro la psoriasi, anch’essa patologia di origine infiammatoria.
Un’altra ricerca, questa volta dell’università californiana, ha evidenziato come abbia un effetto antagonista nei confronti di un enzima che promuove lo sviluppo dei tumori in testa e collo. Inoltre la curcumina pare abbia anche la capacità di inibire il proliferare delle cellule tumorali e il loro sviluppo a partire da quelle sane, oltre che di inibizione delle metastasi, soprattutto per il cancro localizzato nel colon, nel seno, nella prostata, nel polmone e nella pelle.
Anche nel morbo di Alzheimer pare essere un rimedio efficace: la curcumina stimola alcune cellule del sistema immunitario - i macrofagi - che si attivano per l’eliminazione della proteina B-amiloide, responsabile della formazione delle placche nel cervello, placche che impediscono la trasmissione degli impulsi nervosi e che quindi portano alla demenza, cioè al declino, progressivo e definitivo, della capacità intellettive e di memoria.
Uno studio che viene dalla Thailandia, riportato dalla rivista Diabetes Care, ha invece testato su 240 pazienti un estratto di curcumina per valutarne gli effetti di prevenzione nei confronti del diabete mellito, dato che agirebbe sulle cellule che regolano la produzione di insulina, ritardando nei soggetti più a rischio lo sviluppo della malattia.
Infine è stato rilevato come la curcumina agisca contro il dolore, in particolare quello causato da osteoartriti: secondo uno studio avrebbe un effetto paragonabile a quello dell’ibruprofene.
Attenzione a non eccedere
La curcuma, se consumata senza eccedere non ha alcun effetto indesiderato. Qualcuno lamenta però dolori di stomaco, nausea e diarrea e, se presa all’interno di un farmaco, attenzione a non superare le dosi consigliate. In generale non è tossica per l’uomo al di sotto degli 8 g al giorno - che è una quantità molto elevata e non assimilabile attraverso la dieta. Comunque è necessario prestare speciale cura durante la gravidanza e l’allattamento e in persone con calcoli biliari o a rischio di emorragie.

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