Prodotti a Km 0: più sani, più buoni

Negli ultimi anni, con la diffusione sempre più ampia del biologico, si sente spesso parlare anche di prodotti a km 0, ma non sempre con la dovuta chiarezza. Spesso infatti questi prodotti (chiamati anche a “filiera corta”) vengono confusi con quelli biologici, ma non si tratta esattamente della stessa cosa. Non è detto che un prodotto a km 0 sia per forza biologico, ma è certamente più fresco, buono e sano di quello che prima di arrivare sulle nostre tavole viene trasportato per giorni e giorni.
Vediamo meglio quali sono le caratteristiche dei prodotti a km 0 e perché sono più sani di quelli offerti dalla grande distribuzione organizzata (GDO).
Prodotti a km 0: cosa sono
I prodotti a km 0 sono nella maggior parte dei casi prodotti alimentari coltivati e venduti in aree distanti fra di loro solo pochissimi chilometri. Secondo quanto stabilito dalla Coldiretti, il limite che segna la definizione di un prodotto a km 0 solo è di 150 chilometri di distanza (o, in termini temporali, 2 ore di viaggio al massimo su strada).
I prodotti a km 0 si differenziano quindi in modo sostanziale da quelli messi in commercio dalla grande distribuzione organizzata, che prima di arrivare al consumatore finale compiono svariati passaggi e vengono trasportati per distanze spesso consistenti, con un dispendio anche notevole di risorse economiche. La filiera corta dei prodotti a km 0 permette al contrario di diminuire considerevolmente le spese di trasporto e distribuzione, perché i passaggi che intercorrono fra produttore e consumatore sono davvero pochi. Tutto ciò ha degli effetti molto positivi sulla qualità e sulla freschezza dei prodotti: vediamo quali sono.
Prodotti a km 0: garanzia di freschezza e salute
Consumare solo prodotti a km 0 significa assumere prodotti più sani, perché bisogna considerare che frutta e verdura sono alimenti molto delicati: perdono le proprie sostanze nutritive nel giro di breve tempo. Pertanto, se vengono trasportati per chilometri e chilometri e per giorni, vanno a perdere freschezza, proprietà nutritive e vitalità. Assumere prodotti di questo tipo non apporta quindi grandi benefici alla nostra salute: privilegiare invece i prodotti a filiera corta e a produzione locale significa assumere prodotti che hanno mantenuto del tutto intatte le loro proprietà nutritive, perché passano direttamente dal produttore al consumatore. In più, acquistando dal produttore senza intermediari, il consumatore può controllare quali sementi vengono utilizzate e può quindi avere maggiori garanzie sulla qualità dei prodotti che sta acquistando.
Lo stesso discorso vale anche per le carni: le piccole aziende di prodotti a km 0 non allevano gli animali in modo intensivo ma, al contrario, rispettano i loro ritmi di crescita fisiologici e le loro esigenze di pascolo e di alimentazione. Li nutrono in modo corretto e li fanno pascolare: questo significa carne più sana, senza tracce di antibiotici che nell'allevamento intensivo vengono invece spesso somministrati agli animali per far fronte alle malattie derivanti dal modo scorretto in cui sono cresciuti (e tracce di questi antibiotici si ritrovano poi nella carne stessa che noi mangiamo).
Più gusto con i prodotti a km 0
I prodotti a km 0, essendo più freschi, sono anche più buoni: il sapore e il profumo di un ortaggio o di un frutto quasi appena raccolto sono indubbiamente migliori di quelli di un prodotto che consumiamo parecchio tempo dopo la raccolta. I prodotti locali sono più gustosi non solo perché possono essere consumati freschi, ma anche per le tecniche di coltivazione utilizzate dai piccoli produttori: l'attenzione alla biodiversità è la caratteristica principale delle produzioni locali, perché la coltivazione avviene nel pieno rispetto delle caratteristiche specifiche di ogni territorio.
Per questo motivo ci sono ancora prodotti locali molto gustosi e saporiti che sarebbe impensabile trovare nella grande distribuzione organizzata. Ad esempio, l'esistenza di ortaggi come la cicoria romana, i carciofi cimaroli, le zucchine romanesche, o di frutti come le fragole di Terracina viene salvaguardata solo dai piccoli produttori a km 0.
Tutto ciò in contrapposizione alle tecniche con cui sono coltivati i prodotti messi in commercio dalla GDO, che utilizza sementi geneticamente modificate e punta sulle monocolture, per avere sempre più prodotti a scapito della qualità. Se fosse solo per la GDO, le microvarietà più buone e gustose scomparirebbero del tutto!

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