Cos'è l'agricoltura biologica?
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«Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già creata».
Albert Einstein
Non è necessario essere dei geni come Einstein per capire che la natura è già perfetta così com’è. Non ha di certo bisogno che l’uomo apporti delle correzioni di alcun tipo al suo operato. È possibile avere dei pomodori perfetti senza per forza modificarli geneticamente. È possibile che questi giungano a maturazione senza l’ausilio di concimi chimici. È possibile che questi crescano sani e belli anche senza lo scudo protettivo dei pesticidi. L’agricoltura biologica, da anni, fa tutto questo con un occhio di riguardo alla tutela dell’ambiente e della nostra salute.
Definizione
L’agricoltura biologica è un metodo di coltivazione e di allevamento che prevede l’abbandono di tutte le sostanze chimiche e degli organismi geneticamente modificati in favore di sostanze naturali. Questo tipo di produzione è disciplinato a livello comunitario dai Reg. CE 834/07 e 889/08 e a livello nazionale con il D.M. 18354/09. Secondo tali regolamenti, gli agricoltori e gli allevatori sono tenuti a utilizzare solo sostanze autorizzate e pratiche di coltura ben definite, in modo che il terreno non venga sfruttato eccessivamente e di conseguenza non perda precocemente tutte le sue sostanze nutritive.
L’agricoltura biologica è l’unica in grado di garantire lo sviluppo delle biodiversità: le piante nel corso dei secoli si sono naturalmente perfezionate per far fronte ai cambiamenti climatici e ambientali, sviluppando una maggiore resistenza a malattie, funghi e parassiti. In questo modo sono in grado di difendersi da sole e non hanno bisogno dell’ausilio di sostanze chimiche per sopravvivere e giungere a completa maturazione.
Le coltivazioni
Per avere dei cibi sani non dobbiamo per forza ricorrere all’utilizzo di sostanze chimiche. I nostri avi l’hanno sempre fatto, perché non potremmo farlo anche noi oggi? Basta adottare alcuni semplici accorgimenti per avere sulla nostra tavola prodotti sani e gustosi come quelli di una volta. Tra le tecniche più antiche vi è sicuramente la rotazione delle colture: tra un ciclo produttivo e l’altro si diversificano le piantagioni, in modo tale che il terreno si mantenga nel tempo sempre fertile e produttivo ed evitare che gli organismi nocivi legati a una determinata coltura “mettano radici” proprio lì. A ridosso delle piantagioni, si possono inoltre piantare degli alberi o delle siepi in cui i predatori naturali dei parassiti sono soliti trovare alloggio, svolgendo, così, un’importante azione antiparassitaria. Infine è possibile coltivare nello stesso terreno piante diverse, in modo tale che i parassiti dell’una contrastino i parassiti dell’altra e viceversa.
Gli allevamenti
Se nelle coltivazioni biologiche l’attenzione è incentrata sul benessere del terreno, negli allevamenti l’attenzione si sposta sul benessere degli animali. Dalla loro alimentazione è bandita ogni sorta di sostanza chimica, quindi niente cocktail di antibiotici contro potenziali malattie, niente ormoni per la crescita o la produzione di latte e niente farmaci per curare la debolezza da stress e da sovraffollamento, per loro solo erba e foraggio biologici.
Questi allevamenti, a differenza di quelli industriali, prestano grande attenzione alle condizioni di vita degli animali i quali possono vivere la loro vita in grandi spazi aperti e pascolare e mangiare indisturbati. Per esempio, per quanto riguarda l’allevamento delle galline ovaiole, l’Unione Europea stabilisce che, negli allevamenti biologici, ogni gallina oltre al pollaio coperto, deve disporre almeno di 5 mq di superficie erbosa. Negli allevamenti industriali, invece, lo spazio vitale di cui possono disporre le galline, sempre secondo la normativa europea, è di 450 cm quadrati, meno di un foglio A4!
Albert Einstein
Non è necessario essere dei geni come Einstein per capire che la natura è già perfetta così com’è. Non ha di certo bisogno che l’uomo apporti delle correzioni di alcun tipo al suo operato. È possibile avere dei pomodori perfetti senza per forza modificarli geneticamente. È possibile che questi giungano a maturazione senza l’ausilio di concimi chimici. È possibile che questi crescano sani e belli anche senza lo scudo protettivo dei pesticidi. L’agricoltura biologica, da anni, fa tutto questo con un occhio di riguardo alla tutela dell’ambiente e della nostra salute.
Definizione
L’agricoltura biologica è un metodo di coltivazione e di allevamento che prevede l’abbandono di tutte le sostanze chimiche e degli organismi geneticamente modificati in favore di sostanze naturali. Questo tipo di produzione è disciplinato a livello comunitario dai Reg. CE 834/07 e 889/08 e a livello nazionale con il D.M. 18354/09. Secondo tali regolamenti, gli agricoltori e gli allevatori sono tenuti a utilizzare solo sostanze autorizzate e pratiche di coltura ben definite, in modo che il terreno non venga sfruttato eccessivamente e di conseguenza non perda precocemente tutte le sue sostanze nutritive.
L’agricoltura biologica è l’unica in grado di garantire lo sviluppo delle biodiversità: le piante nel corso dei secoli si sono naturalmente perfezionate per far fronte ai cambiamenti climatici e ambientali, sviluppando una maggiore resistenza a malattie, funghi e parassiti. In questo modo sono in grado di difendersi da sole e non hanno bisogno dell’ausilio di sostanze chimiche per sopravvivere e giungere a completa maturazione.
Le coltivazioni
Per avere dei cibi sani non dobbiamo per forza ricorrere all’utilizzo di sostanze chimiche. I nostri avi l’hanno sempre fatto, perché non potremmo farlo anche noi oggi? Basta adottare alcuni semplici accorgimenti per avere sulla nostra tavola prodotti sani e gustosi come quelli di una volta. Tra le tecniche più antiche vi è sicuramente la rotazione delle colture: tra un ciclo produttivo e l’altro si diversificano le piantagioni, in modo tale che il terreno si mantenga nel tempo sempre fertile e produttivo ed evitare che gli organismi nocivi legati a una determinata coltura “mettano radici” proprio lì. A ridosso delle piantagioni, si possono inoltre piantare degli alberi o delle siepi in cui i predatori naturali dei parassiti sono soliti trovare alloggio, svolgendo, così, un’importante azione antiparassitaria. Infine è possibile coltivare nello stesso terreno piante diverse, in modo tale che i parassiti dell’una contrastino i parassiti dell’altra e viceversa.
Gli allevamenti
Se nelle coltivazioni biologiche l’attenzione è incentrata sul benessere del terreno, negli allevamenti l’attenzione si sposta sul benessere degli animali. Dalla loro alimentazione è bandita ogni sorta di sostanza chimica, quindi niente cocktail di antibiotici contro potenziali malattie, niente ormoni per la crescita o la produzione di latte e niente farmaci per curare la debolezza da stress e da sovraffollamento, per loro solo erba e foraggio biologici.
Questi allevamenti, a differenza di quelli industriali, prestano grande attenzione alle condizioni di vita degli animali i quali possono vivere la loro vita in grandi spazi aperti e pascolare e mangiare indisturbati. Per esempio, per quanto riguarda l’allevamento delle galline ovaiole, l’Unione Europea stabilisce che, negli allevamenti biologici, ogni gallina oltre al pollaio coperto, deve disporre almeno di 5 mq di superficie erbosa. Negli allevamenti industriali, invece, lo spazio vitale di cui possono disporre le galline, sempre secondo la normativa europea, è di 450 cm quadrati, meno di un foglio A4!