Cosa significa mangiare "biologico"?
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Quando si pensa al biologico vengono subito in mente concetti generali come benessere, salute, natura, mangiare sano e prendersi cura di sé. Ma siamo sicuri di sapere nello specifico cosa significa mangiare "biologico"?
Alimentarsi in modo biologico: no alle sostanze chimiche
Mangiare "biologico" vuol dire anzitutto cibarsi in modo più sano: i cibi biologici sono infatti coltivati e prodotti senza l'aggiunta di pesticidi, additivi e concimi chimici. L'assenza di sostanze chimiche di sintesi deve riguardare tutte le fasi del ciclo di produzione agricola (compresa la conservazione), affinché un cibo possa essere considerato biologico a tutti gli effetti. Non essendo utilizzate sostanze chimiche, i prodotti biologici sono ottenuti solo sfruttando i cicli naturali dei terreni e seguendo i ritmi delle stagioni.
Gli scarti non vengono scaricati nell'ambiente e in più la produzione di cibi biologici richiede meno energia (circa il 30% in meno) di quanta ne servirebbe per produrre cibi non biologici. Di conseguenza alimentarsi con cibi biologici ha ricadute molto positive non solo sulla propria salute, ma anche sull'ambiente.
Perché mangiare “biologico”?
La necessità di alimentarsi in modo biologico è nata negli ultimi decenni per reazione alla piega sempre più negativa presa dall'agricoltura e dall'allevamento: una piega che rischiava di sovvertire in modo irreversibile l'equilibrio della natura. Lo sfruttamento indiscriminato e intensivo del bestiame e le tecniche di coltivazione sempre più basate sull'utilizzo di sostanze di sintesi rischiavano di minacciare seriamente l'equilibrio della natura e anche la salute dell'uomo (come dimostrano i casi di mucca pazza e di aviaria). Mangiare biologico significa quindi scegliere una valida alternativa a un genere di alimentazione proposto da una società che si allontana sempre più dai ritmi della natura.
Come riconoscere i cibi biologici quando si fa la spesa
I regolamenti dell'Unione Europea prevedono che, affinché un prodotto possa essere definito biologico, debba aver superato dei controlli portati avanti da alcuni enti certificatori e sono state predisposte piattaofrme per la tracciabilità dei prodotti bio, in modo da evitare frodi.
Quando si fa la spesa è facile riconoscere i cibi davvero biologici, perché un prodotto biologico deve avere apposta l'etichetta Allevamento Biologico/Regime di controllo CEE o Agricoltura Biologica e una serie di informazioni che costituiscono la cosiddetta "tracciabilità". Si tratta di quelle informazioni che permettono di ricostruire il percorso di produzione di un alimento: data di raccolta, produzione o macellazione, paese di provenienza, ente certificatore (in Italia ci sono circa sedici organismi di certificazione biologica: potete trovarli sul sito dell'Associazione italiana per l'agricoltura biologica), codice dell'azienda e della partita del prodotto.
Alimentarsi in modo biologico: no alle sostanze chimiche
Mangiare "biologico" vuol dire anzitutto cibarsi in modo più sano: i cibi biologici sono infatti coltivati e prodotti senza l'aggiunta di pesticidi, additivi e concimi chimici. L'assenza di sostanze chimiche di sintesi deve riguardare tutte le fasi del ciclo di produzione agricola (compresa la conservazione), affinché un cibo possa essere considerato biologico a tutti gli effetti. Non essendo utilizzate sostanze chimiche, i prodotti biologici sono ottenuti solo sfruttando i cicli naturali dei terreni e seguendo i ritmi delle stagioni.
Gli scarti non vengono scaricati nell'ambiente e in più la produzione di cibi biologici richiede meno energia (circa il 30% in meno) di quanta ne servirebbe per produrre cibi non biologici. Di conseguenza alimentarsi con cibi biologici ha ricadute molto positive non solo sulla propria salute, ma anche sull'ambiente.
Perché mangiare “biologico”?
La necessità di alimentarsi in modo biologico è nata negli ultimi decenni per reazione alla piega sempre più negativa presa dall'agricoltura e dall'allevamento: una piega che rischiava di sovvertire in modo irreversibile l'equilibrio della natura. Lo sfruttamento indiscriminato e intensivo del bestiame e le tecniche di coltivazione sempre più basate sull'utilizzo di sostanze di sintesi rischiavano di minacciare seriamente l'equilibrio della natura e anche la salute dell'uomo (come dimostrano i casi di mucca pazza e di aviaria). Mangiare biologico significa quindi scegliere una valida alternativa a un genere di alimentazione proposto da una società che si allontana sempre più dai ritmi della natura.
Come riconoscere i cibi biologici quando si fa la spesa
I regolamenti dell'Unione Europea prevedono che, affinché un prodotto possa essere definito biologico, debba aver superato dei controlli portati avanti da alcuni enti certificatori e sono state predisposte piattaofrme per la tracciabilità dei prodotti bio, in modo da evitare frodi.
Quando si fa la spesa è facile riconoscere i cibi davvero biologici, perché un prodotto biologico deve avere apposta l'etichetta Allevamento Biologico/Regime di controllo CEE o Agricoltura Biologica e una serie di informazioni che costituiscono la cosiddetta "tracciabilità". Si tratta di quelle informazioni che permettono di ricostruire il percorso di produzione di un alimento: data di raccolta, produzione o macellazione, paese di provenienza, ente certificatore (in Italia ci sono circa sedici organismi di certificazione biologica: potete trovarli sul sito dell'Associazione italiana per l'agricoltura biologica), codice dell'azienda e della partita del prodotto.