Capodanno: le tradizioni delle regioni italiane
La notte di capodanno è ormai vicina e rimane una delle feste più attese dell’anno, con l’abbandono del vecchio anno e l’attesa di quello nuovo. Durante questo giorno ci sono delle tradizioni immancabili diffuse in quasi tutto il paese: dall’intimo rosso, al tradizionale cenone con cotechino e lenticchie, ai fuochi d’artificio. In ogni regione d’Italia però vi sono usanze diverse per festeggiare la notte di San Silvestro.
Ecco una breve storia sulle tradizioni del capodanno nelle regioni italiane.
Capodanno e il cibo: i piatti regionali della tradizione
I piatti che vengono serviti durante il cenone di capodanno sono legati a leggende e tradizioni di ogni regione italiana. Primo fra tutte le portate principali connesse al guadagno: lenticchie e cotechino, zampone all’uva e frutta secca. Tutti questi alimenti tradizionalmente favoriscono un anno ricco di soldi e di salute.
L’usanza di mangiare lenticchie l’ultimo giorno dell’anno ha origini molto antiche: fin dagli antichi romani venivano consumate a capodanno e regalate all’interno di una borsa di cuoio. L’augurio per chi riceveva questo dono era che, durante l’anno nuovo, le lenticchie potessero trasformarsi in denaro, vista la somiglianza a piccole monete. È questo il motivo per cui le lenticchie sono un cibo propizio da consumare durante il cenone.
Tra i cibi che portano fortuna c’è anche la melagrana. Il modo con cui si apre e sprigiona i semi rossi è divenuto nel tempo simbolo di fecondità e benessere. Inoltre il colore rosso intenso dei semi è l’origine della tradizionale usanza di indossare degli indumenti di questo colore durante questa festa. Un esempio può essere l'insalata di pesce spada e melagrana che abbiamo preparato qualche tempo fa.
Nelle regioni centrali dell’Italia vi è invece l’usanza di mangiare acini d’uva allo scoccare della mezzanotte: in Valle d’Aosta e nelle Marche la tradizione vuole che si debbano mangiare 12 acini di uva, come i mesi dell’anno appena trascorso, e tutti devono essere di uva nera. In Toscana, Umbria e nelle Marche l’uva può essere anche bianca. Anche in questo caso il significato è legato alla ricchezza e alla fortuna augurata per l’arrivo del nuovo anno.
In Abruzzo invece per il cenone non possono mancare in tavola sette minestre di sette legumi diversi, una versione più forte del rito delle lenticchie diffuso in tutta Italia.
Nel resto d’Italia ci sono poi piatti che non possono mancare: in Alto Adige i tirtlan, ravioli fritti pieni di verza, in Lombardia il panettone fa da re sulla tavola, in Piemonte il bollito, in Liguria il cappone e in Campania regna il baccalà.
Le usanze delle regioni a Capodanno.
Alcune usanze si sono tramandate dall’antichità ai giorni nostri, ma altre si sono diversificate lungo tutte le regioni italiane.
L’Emilia-Romagna è ricca di tradizioni per la notte di San Silvestro. Per esempio, nella provincia di Bologna, è usanza bruciare il cosiddetto vecchione, un pupazzo che assomiglia ad un anziano e che rappresenta l’anno appena trascorso. A Ferrara invece si tiene lo spettacolo del castello incendiato, dalle cascate di fuoco, musica e scintille.
I giochi di luci e i fuochi di artificio sono diffusi in tutta Italia, accompagnati anche da alcuni riti del fuoco molto particolari come i Pignarul, un rito del Friuli molto antico. Secondo le leggende, questo rito proviene dall’adorazione di Belanu, uno dei principali dei pagani. In questa regione, un alto mucchio di legna e fieno viene acceso solitamente dai giovani del paese e la tradizione vuole che attorno a questo fuoco si balli e si canti. La direzione che poi prenderà il fumo del falò diviene propizio: se il fumo va a occidente sarà un anno buono, a oriente un anno cattivo.
In Puglia è usanza posizionare due chicchi di grano in un bicchiere colmo di acqua: se questi restano uniti probabilmente durante l’anno vi sarà un lieto evento, come un matrimonio. Nei paesi della Calabria invece si lasciano cadere oggetti duri o pietre sul pavimento: se l’azione non ha conseguenze con la rottura di qualche mattonella, l’anno nuovo sarà di buon auspicio. In Campania, specialmente a Napoli, e nel Lazio invece vi è l’abitudine di buttare a terra o fuori da casa cocci o acqua sporca, come gesto di augurio e come segno di abbandono delle brutte cose passate durante l’anno appena trascorso.
Qualsiasi siano le vostre tradizioni culinarie per capodanno, siamo sicuri che sarete accomunati da un unico buon proposito: mettersi a dieta. Ma in questi ultimi giorni dimentichiamoci del peso e della bilancia, condividendo ogni momento di festa con chi amate.
Ecco una breve storia sulle tradizioni del capodanno nelle regioni italiane.
Capodanno e il cibo: i piatti regionali della tradizione
I piatti che vengono serviti durante il cenone di capodanno sono legati a leggende e tradizioni di ogni regione italiana. Primo fra tutte le portate principali connesse al guadagno: lenticchie e cotechino, zampone all’uva e frutta secca. Tutti questi alimenti tradizionalmente favoriscono un anno ricco di soldi e di salute.
L’usanza di mangiare lenticchie l’ultimo giorno dell’anno ha origini molto antiche: fin dagli antichi romani venivano consumate a capodanno e regalate all’interno di una borsa di cuoio. L’augurio per chi riceveva questo dono era che, durante l’anno nuovo, le lenticchie potessero trasformarsi in denaro, vista la somiglianza a piccole monete. È questo il motivo per cui le lenticchie sono un cibo propizio da consumare durante il cenone.
Tra i cibi che portano fortuna c’è anche la melagrana. Il modo con cui si apre e sprigiona i semi rossi è divenuto nel tempo simbolo di fecondità e benessere. Inoltre il colore rosso intenso dei semi è l’origine della tradizionale usanza di indossare degli indumenti di questo colore durante questa festa. Un esempio può essere l'insalata di pesce spada e melagrana che abbiamo preparato qualche tempo fa.
Nelle regioni centrali dell’Italia vi è invece l’usanza di mangiare acini d’uva allo scoccare della mezzanotte: in Valle d’Aosta e nelle Marche la tradizione vuole che si debbano mangiare 12 acini di uva, come i mesi dell’anno appena trascorso, e tutti devono essere di uva nera. In Toscana, Umbria e nelle Marche l’uva può essere anche bianca. Anche in questo caso il significato è legato alla ricchezza e alla fortuna augurata per l’arrivo del nuovo anno.
In Abruzzo invece per il cenone non possono mancare in tavola sette minestre di sette legumi diversi, una versione più forte del rito delle lenticchie diffuso in tutta Italia.
Nel resto d’Italia ci sono poi piatti che non possono mancare: in Alto Adige i tirtlan, ravioli fritti pieni di verza, in Lombardia il panettone fa da re sulla tavola, in Piemonte il bollito, in Liguria il cappone e in Campania regna il baccalà.
Le usanze delle regioni a Capodanno.
Alcune usanze si sono tramandate dall’antichità ai giorni nostri, ma altre si sono diversificate lungo tutte le regioni italiane.
L’Emilia-Romagna è ricca di tradizioni per la notte di San Silvestro. Per esempio, nella provincia di Bologna, è usanza bruciare il cosiddetto vecchione, un pupazzo che assomiglia ad un anziano e che rappresenta l’anno appena trascorso. A Ferrara invece si tiene lo spettacolo del castello incendiato, dalle cascate di fuoco, musica e scintille.
I giochi di luci e i fuochi di artificio sono diffusi in tutta Italia, accompagnati anche da alcuni riti del fuoco molto particolari come i Pignarul, un rito del Friuli molto antico. Secondo le leggende, questo rito proviene dall’adorazione di Belanu, uno dei principali dei pagani. In questa regione, un alto mucchio di legna e fieno viene acceso solitamente dai giovani del paese e la tradizione vuole che attorno a questo fuoco si balli e si canti. La direzione che poi prenderà il fumo del falò diviene propizio: se il fumo va a occidente sarà un anno buono, a oriente un anno cattivo.
In Puglia è usanza posizionare due chicchi di grano in un bicchiere colmo di acqua: se questi restano uniti probabilmente durante l’anno vi sarà un lieto evento, come un matrimonio. Nei paesi della Calabria invece si lasciano cadere oggetti duri o pietre sul pavimento: se l’azione non ha conseguenze con la rottura di qualche mattonella, l’anno nuovo sarà di buon auspicio. In Campania, specialmente a Napoli, e nel Lazio invece vi è l’abitudine di buttare a terra o fuori da casa cocci o acqua sporca, come gesto di augurio e come segno di abbandono delle brutte cose passate durante l’anno appena trascorso.
Qualsiasi siano le vostre tradizioni culinarie per capodanno, siamo sicuri che sarete accomunati da un unico buon proposito: mettersi a dieta. Ma in questi ultimi giorni dimentichiamoci del peso e della bilancia, condividendo ogni momento di festa con chi amate.