Ricette valdostane

Come non nominare la fontina nel ricettario valdostano? Sarebbe un grave affronto, per questo abbiamo scelto alcuni piatti che ne esaltano il suo uso in cucina, passando da una portata all’altra.
Iniziamo dalla squisita crostata alla valdostana. “Siamo già al dolce?” – penserete - niente affatto! Si tratta di una deliziosa torta salata, orgoglio delle donne valdostane, farcita con fontina, uova e parmigiano da assaggiare come antipasto o consumare, in porzioni più generose, come piatto completo.
Fontina anche per un altro antipasto di sicuro successo: involtini di melanzane con fontina DOP. Qui il formaggio valdostano per eccellenza rimane avvolto in genuine fette di melanzane grigliate ricoperte, a loro volta, di saporite fette di crudo. Da proporre anche come appetitoso contorno.

Proseguiamo con un classico tra i primi piatti: gli gnocchi alla fontina, sarebbe a dire un tradizionale “matrimonio valdostano” tra ortaggi e latticini dal sapore autentico e genuino.

Amate le scappatelle e dal primo volete subito passare al secondo? Assecondate la vostra tentazione con le costolette di vitello alla valdostana. Qui il gusto delicato della fontina trova spazio tra le saporite e croccanti costolette di vitello panate.
Se invece volete tradire la fontina e mostrarvi fedeli alle patate, vi suggeriamo un corposo tortino di patate alla valdostana, ovvero strati alterni di patate, mortadella e taleggio irrorati di latte e cosparsi di pangrattato: una delizia al forno da consumare come volete, antipasto, contorno, secondo…
Liberi dalla fontina, proseguiamo il nostro “gustissimo” ricettario con un altro secondo, esattamente con una carbonade valdostana. Non fatevi impressionare dal suo nome che richiama il carbone, andate invece a scoprire il suo sapore: bocconcini o bastoncini di manzo stufati nel vino rosso come solo i valdostani sanno fare. Questa ricetta conosce una deliziosa versione tutta belga che al vino rosso preferisce la birra.

Ma i valdostani sono anche ottimi conoscitori dell’arte della zuppa! Del resto c’è da aspettarselo da chi vive in alte quote al confine tra sapori italiani e continentali. La regina di questo genere si chiama “seuppa di tsatagne”, che non è un’espressione straniera, ma la traduzione dialettale di zuppa di castagne. Mettendo insieme riso, castagne secche e latte viene fuori una minestra dalla cremosità irresistibile: proprio quello che ci vuole per scaldarsi e coccolarsi nei mesi più freddi.

A proposito di coccole dolci, la pasticceria della Valle d’Aosta vanta specialità di respiro internazionale, ma dall’antichissima tradizione. In questo speciale vi proponiamo tre capolavori dalla spiccata personalità: il pandolce di Cogne, le tegole valdostane e la crema di Cogne.
Il primo della lista è la versione valdostana del tradizionale panettone natalizio. Pare che sia il dolce più ricercato dai turisti che capitano ai piedi del Gran Paradiso, e non solo a Natale!
Stessa cosa si potrebbe dire sulle tegole valdostane, la cui ricetta fu ideata dalla famiglia Boch negli anni ‘30 al ritorno da un viaggio in Normandia. Certo che se in Valle d’Aosta le case fossero ricoperte di queste tegole, nessun valdostano avrebbe più un tetto sulla testa!
Infine non è un caso che la terza proposta dolciaria sia caduta sulla crema di Cogne!
A discapito della sua espressione dialettale “cogneintze”, forse poco rassicurante, questa crema è un delirio di bontà a base di latte, cioccolato fondente, panna e zucchero caramellato nella quale tegole e pezzetti di pandolce si bagnano che è una meraviglia!
Insomma, di fronte a tanta dolcezza Cogne vanta almeno tre motivi, tutt’altro che amari, per stare in bocca alla gente!

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