Etichetta del pane: da oggi sapremo se è fresco o conservato
Sapete quanti tipi di pane diversi esistono in Italia? Dal pane di Altamura pugliese al pane toscano, dal grissino torinese alla cioppetta veneta, ogni regione ha specifici tipi di pane, diversi per forma e gusto! Alcuni di questi sono perfino prodotti a marchio DOP e IGP, come la Coppia ferrarese, la pagnotta del Dittaino, il pane casareccio di Genzano, il pane di Matera e i già citati pane di Altamura e pane toscano.
Altri, anche se non protetti dal marchio di qualità, rientrano comunque nei pani della tradizione popolare come il “Pane cafone” pugliese, la mafalda siciliana, il “Pan ner” della Valle d’Aosta, il “Pan rustegh” della Lombardia, il pane Carasau della Sardegna.
D'ora in poi, questi pani tradizionali saranno ancora più salvaguardati grazie alla nuova normativa entrata in vigore il 19 dicembre 2018: il pane che compriamo dovrà essere esposto con una specifica etichetta che ne attesta la freschezza. Molto spesso, infatti, se acquistiamo pane al supermercato piuttosto che in un panificio chi ci dice se è fresco o conservato?
Da oggi, la nuova etichetta obbligatoria dovrà riportare se si tratta di “pane fresco” o “conservato o a durabilità prolungata”.
Ma cosa si intende per pane “conservato”?
Si tratta del pane che ha subito delle interruzioni durante il processo di lavorazione, come congelamento o surgelamento, oppure quel pane che contiene additivi chimici e conservanti. Questo pane non potrà più essere venduto come fresco.
Inoltre, se ha subito ulteriori metodi di conservazione oltre a quelli già specificati, il pane deve presentare in modo chiaro queste informazioni, oltre a quelle riguardanti le modalità per la sua conservazione e il consumo, attraverso uno specifico cartellino illustrativo collocato vicino al pane esposto. In più, per l’esposizione del prodotto, bisognerà fare chiara distinzione tra i comparti del pane fresco e quelli del pane conservato per un’informazione trasparente al consumatore.
E il pane fresco?
Sarà considerato invece “pane fresco” quello realizato secondo un “processo di preparazione continuo”, cioè senza interruzioni tra l’inizio della produzione e la messa in vendita e senza l’aggiunta di additivi chimici; processo per il quale, inoltre, non dovranno trascorrere più di 72 ore dall’inizio al completamento di tutte le fasi di produzione.
Altra novità della normativa è la ridefinizione di “panificio”: con questo termine si identificherà, da ora in poi, l’impresa che possiede impianti propri per la produzione del pane e altri prodotti da forno, e che si occupa dell’intero ciclo di produzione e lavorazione del pane in tutte le sue fasi, dalla lavorazione delle materie prime alla cottura.
Non è invece ancora previsto l’obbligo di esporre nella nuova etichetta del pane la provenienza delle farine utilizzate, anche se la Coldiretti sta già lavorando in questo senso, in modo che, da una parte, i consumatori possano avere tutte le informazioni necessarie al momento dell’acquisto, per scegliere consapevolmente i prodotti della propria alimentazione, dall’altra, le aziende agricole possano far emergere il valore dei propri prodotti.
Ma, quanto pane mangiano gli italiani?
Secondo una ricerca della Coldiretti, il consumo di pane a persona si aggira intorno agli 80-85 grammi al giorno. Un numero molto basso rispetto al passato, quando il pane che mangiavano i nostri nonni e bisnonni era addirittura di circa 1,1 kg al giorno! È però nel frattempo aumentato l’interesse per il consumo di prodotti a chilometro 0 oppure prodotti salutistici come quelli biologici, senza grassi e a lunga lievitazione. E, nel caso delle farine, la preferenza è per quelle locali o integrali, oppure alternative come la farina di farro o quella kamut.
A quanto pare, la quantità maggiore di pane viene consumata in Turchia, con ben 105 kg di pane a persona consumati in un anno. Seguono il Cile con 96, l’Argentina con 76 kg al terzo posto, a cui fanno seguito svizzeri, polacchi e greci con 70 kg, gli irlandesi con 68 e ungheresi e olandesi con 60 . Chiudono la classifica i tedeschi con 55 kg di pane a persona consumati in un anno.
Mentre il consumo di pane diminuisce, crescono invece quello di pasta, con 24 chili consumati a persona in un anno, e naturalmente della pizza, con un aumento del 2,9% rispetto agli anni passati!
Volete sapere anche voi come fare un buono e fragrante pane in casa? Ecco alcune ricette, anche con lievito madre!
•Pane fatto in casa con lievito madre
•Mafalda Siciliana con lievito madre
•Pane toscano
•Pagnotta pugliese
•Baguette francese
Altri, anche se non protetti dal marchio di qualità, rientrano comunque nei pani della tradizione popolare come il “Pane cafone” pugliese, la mafalda siciliana, il “Pan ner” della Valle d’Aosta, il “Pan rustegh” della Lombardia, il pane Carasau della Sardegna.
D'ora in poi, questi pani tradizionali saranno ancora più salvaguardati grazie alla nuova normativa entrata in vigore il 19 dicembre 2018: il pane che compriamo dovrà essere esposto con una specifica etichetta che ne attesta la freschezza. Molto spesso, infatti, se acquistiamo pane al supermercato piuttosto che in un panificio chi ci dice se è fresco o conservato?
Da oggi, la nuova etichetta obbligatoria dovrà riportare se si tratta di “pane fresco” o “conservato o a durabilità prolungata”.
Ma cosa si intende per pane “conservato”?
Si tratta del pane che ha subito delle interruzioni durante il processo di lavorazione, come congelamento o surgelamento, oppure quel pane che contiene additivi chimici e conservanti. Questo pane non potrà più essere venduto come fresco.
Inoltre, se ha subito ulteriori metodi di conservazione oltre a quelli già specificati, il pane deve presentare in modo chiaro queste informazioni, oltre a quelle riguardanti le modalità per la sua conservazione e il consumo, attraverso uno specifico cartellino illustrativo collocato vicino al pane esposto. In più, per l’esposizione del prodotto, bisognerà fare chiara distinzione tra i comparti del pane fresco e quelli del pane conservato per un’informazione trasparente al consumatore.
E il pane fresco?
Sarà considerato invece “pane fresco” quello realizato secondo un “processo di preparazione continuo”, cioè senza interruzioni tra l’inizio della produzione e la messa in vendita e senza l’aggiunta di additivi chimici; processo per il quale, inoltre, non dovranno trascorrere più di 72 ore dall’inizio al completamento di tutte le fasi di produzione.
Altra novità della normativa è la ridefinizione di “panificio”: con questo termine si identificherà, da ora in poi, l’impresa che possiede impianti propri per la produzione del pane e altri prodotti da forno, e che si occupa dell’intero ciclo di produzione e lavorazione del pane in tutte le sue fasi, dalla lavorazione delle materie prime alla cottura.
Non è invece ancora previsto l’obbligo di esporre nella nuova etichetta del pane la provenienza delle farine utilizzate, anche se la Coldiretti sta già lavorando in questo senso, in modo che, da una parte, i consumatori possano avere tutte le informazioni necessarie al momento dell’acquisto, per scegliere consapevolmente i prodotti della propria alimentazione, dall’altra, le aziende agricole possano far emergere il valore dei propri prodotti.
Ma, quanto pane mangiano gli italiani?
Secondo una ricerca della Coldiretti, il consumo di pane a persona si aggira intorno agli 80-85 grammi al giorno. Un numero molto basso rispetto al passato, quando il pane che mangiavano i nostri nonni e bisnonni era addirittura di circa 1,1 kg al giorno! È però nel frattempo aumentato l’interesse per il consumo di prodotti a chilometro 0 oppure prodotti salutistici come quelli biologici, senza grassi e a lunga lievitazione. E, nel caso delle farine, la preferenza è per quelle locali o integrali, oppure alternative come la farina di farro o quella kamut.
A quanto pare, la quantità maggiore di pane viene consumata in Turchia, con ben 105 kg di pane a persona consumati in un anno. Seguono il Cile con 96, l’Argentina con 76 kg al terzo posto, a cui fanno seguito svizzeri, polacchi e greci con 70 kg, gli irlandesi con 68 e ungheresi e olandesi con 60 . Chiudono la classifica i tedeschi con 55 kg di pane a persona consumati in un anno.
Mentre il consumo di pane diminuisce, crescono invece quello di pasta, con 24 chili consumati a persona in un anno, e naturalmente della pizza, con un aumento del 2,9% rispetto agli anni passati!
Volete sapere anche voi come fare un buono e fragrante pane in casa? Ecco alcune ricette, anche con lievito madre!
•Pane fatto in casa con lievito madre
•Mafalda Siciliana con lievito madre
•Pane toscano
•Pagnotta pugliese
•Baguette francese