Mustata ri vinu (mostarda di mosto)
I nostri dolci siciliani: 
Introduzione
Chi ha detto che dall’uva pigiata si ottiene solo il vino? Scoprite con Gustissimo un’altra specialità dolciaria siciliana: la mustata ri vinu, ovvero la mostarda di mosto di uva nera, una delizia impreziosita, neanche a dirlo, da mandorle tostate. Siamo certi che vi lascerà a bocca … piena!
Ingredienti
•2 l. di mosto• •100 gr. di amido• •100 gr. di zucchero• •150 gr. di mandorle tostate• •1 chiodo di garofano• •Cannella in polvere q.b.•Alcuni ingredienti potrebbero contenere
allergeni
(glutine, lattosio..) o tracce di derivati animali. Per maggiori informazioni leggi le guide:
“Alimentazione e allergeni”
e
“Alimentazione vegana”
.
Preparazione
Mettete il mosto in una pentola e portatelo a bollore a fuoco lento. Dopo circa 20 minuti, quando il suo volume si sarà ridotto di un terzo, toglietelo dal fuoco e lasciatelo intiepidire.
Successivamente incorporate l’amido (setacciandolo lentamente) e, man mano, girate il composto per evitare la formazione di grumi. Aggiungete anche lo zucchero, mescolate e, quando il tutto sarà ben amalgamato, immergete i chiodi di garofano. Rimettete quindi il composto sul fuoco e portate a ebollizione. Dopo circa 20 minuti aggiungete le mandorle tritate grossolanamente (ma lasciatene da parte una ricca manciata!) e spolverizzate un po’ di cannella.
Continuando a mescolare senza posa, procedete con la cottura ancora un po’, o almeno finché il composto non risulti abbastanza denso.
Solo a quel punto spegnete e, facendo attenzione a non bruciarvi, versate la mostarda negli appositi stampi di terracotta (previamente inumiditi con acqua) o in piatti fondi e guarnite con granella di mandorle tostate.
A questo punto potete scegliere se gustarla subito (ma attenti che scotta, essendo molto densa!) o lasciarla raffreddare, metterla poi in frigo e gustarla come fosse una sorta di budino freddo.
Successivamente incorporate l’amido (setacciandolo lentamente) e, man mano, girate il composto per evitare la formazione di grumi. Aggiungete anche lo zucchero, mescolate e, quando il tutto sarà ben amalgamato, immergete i chiodi di garofano. Rimettete quindi il composto sul fuoco e portate a ebollizione. Dopo circa 20 minuti aggiungete le mandorle tritate grossolanamente (ma lasciatene da parte una ricca manciata!) e spolverizzate un po’ di cannella.
Continuando a mescolare senza posa, procedete con la cottura ancora un po’, o almeno finché il composto non risulti abbastanza denso.
Solo a quel punto spegnete e, facendo attenzione a non bruciarvi, versate la mostarda negli appositi stampi di terracotta (previamente inumiditi con acqua) o in piatti fondi e guarnite con granella di mandorle tostate.
A questo punto potete scegliere se gustarla subito (ma attenti che scotta, essendo molto densa!) o lasciarla raffreddare, metterla poi in frigo e gustarla come fosse una sorta di budino freddo.
Accorgimenti
Il mosto deve essere ricavato dall’uva nera. In alternativa all’amido andrà bene anche la farina.
Molto caratteristici sono gli stampi in terracotta utilizzati in Sicilia per creare le più svariate forme di mostarda. Le più classiche riportano sullo sfondo immagini di angioletti, di pesciolini o semplicemente fiori. Una volta sformate, le mostarde si presenteranno in superficie con simpatiche decorazioni in bassorilievo.
Vi raccomandiamo di conservare la mostarda in frigorifero, specialmente se fa caldo, e di consumarla entro 3 o 4 giorni al massimo.
Molto caratteristici sono gli stampi in terracotta utilizzati in Sicilia per creare le più svariate forme di mostarda. Le più classiche riportano sullo sfondo immagini di angioletti, di pesciolini o semplicemente fiori. Una volta sformate, le mostarde si presenteranno in superficie con simpatiche decorazioni in bassorilievo.
Vi raccomandiamo di conservare la mostarda in frigorifero, specialmente se fa caldo, e di consumarla entro 3 o 4 giorni al massimo.
Idee e varianti
Oltre alla versione morbida tipo budino, la mostarda può essere consumata anche in versione soda: è, infatti, buona usanza siciliana lasciarla asciugare per alcuni giorni al sole, poi sformarla e far asciugare anche l’altro lato per 3 o 4 giorni, finché insomma non risulti ben essiccata. Il risultato finale sarà di un dolcetto più consistente da masticare, ma sempre delizioso da gustare. Così potrà essere conservato fino alle festività natalizie dentro barattoli di vetro chiusi ermeticamente.
Per un tocco ancora più siciliano, potete aggiungere per guarnire qualche scorzetta essiccata d’arancia o granella di pistacchio.
Per un tocco ancora più siciliano, potete aggiungere per guarnire qualche scorzetta essiccata d’arancia o granella di pistacchio.
I nostri dolci siciliani:
•Dolci siciliani• •Cannoli siciliani alla ricotta• •Ciambelle di patate• •Teste di turco• •Olivette di Sant'Agata• •‘Mpanatigghi modicani• •Pignoccata alla palermitana• •Mustata ri vinu (mostarda di mosto)• •Cotognata • •Squisiti ragusani• •Sorbetto di arance sanguinelle•
2 commenti inseriti
Inviato da
il 24/10/2013 alle 14:27

@Alberto: ahahahah. Ci proviamo ;)
Inviato da
Alberto
il 21/10/2013 alle 14:24

Me la mandate a Torino?