Indio Viejo

Difficoltà:
difficoltà 3
Dosi: per 4 persone
Tempo: 120 minuti
Introduzione
L'indio viejo era il piatto per eccellenza della cucina indigena. Ci sono molte leggende legate al suo nome: qualcuno dice che il piatto si chiama così perché tradizionalmente era cucinato dagli anziani, altri raccontano che in un incontro tra indigeni e spagnoli un colono chiese cosa era quello che stava bollendo in pentola. Per prenderlo in giro un indigeno gli rispose che si trattava di un vecchio indigeno che era morto il giorno prima e che quel giorno sarebbe servito come carne per la comunità!
Alcuni ingredienti potrebbero contenere allergeni (glutine, lattosio..) o tracce di derivati animali. Per maggiori informazioni leggi le guide: “Alimentazione e allergeni” e “Alimentazione vegana” .
Preparazione
Lavate la carne e mettetela a bollire con aglio, cipolla, sale e i due chiltoma. Lasciatela bollire fino a quando sarà molto morbida, poi sminuzzatela o sfilettatela.
Tritate finemente l'altra cipolla, un chiltoma che preleverete dal bollito della carne, i pomodori e la menta e soffriggete questo battuto insieme alla carne in una padella, con 100 grammi di burro.

Intanto preparate la polenta usando al posto dell'acqua il brodo della carne filtrato. Aggiungete l'achiote, il peperoncino, il succo d'arancia. Fate cuocere a fuoco lento, mescolando e, se necessario, aggiungendo acqua perché non si attacchi.
Quando la polenta vi sembra cotta, aggiungete la carne con il soffritto e lasciate riposare per 3 minuti prima di servirlo.
Accorgimenti
L’achiote è pianta dai cui semi si ricava un colorante; serve appunto per dare al piatto una colorazione rossiccia. È però piuttosto difficile da reperire. Se non lo trovate, potete anche ometterlo: il piatto sarà solo meno “colorato”.
Idee e varianti
Al posto della farina di mais potete usare la polenta ma deve essere il più possibile di grana grossa; perfetta è la varietà taragna, che si usa molto nella zona della Valtellina.

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